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Ghiacciaio Planpincieux, come è cambiato dal 2013-2015. L’appello di Giuseppe Conte all’ONU

Negli scorsi giorni la Regione Valle d’Aosta e la Fondazione Montagna Sicura hanno lanciato l’allarme di un imminente rischio collasso per il ghiacciaio Planpincieux, sulle Grandes Jorasses, lungo il versante italiano del massiccio del Monte Bianco.

Ultimi rilevamenti hanno infatti denotato una accelerazione nel movimento del ghiacciaio, nella sua parte inferiore. La velocità stimata è di 50-60 centimetri al giorno. Si parla di una massa a rischio crollo pari a circa 250 mila metri cubi.

Una situazione emergenziale che ha portato il sindaco di Courmayeur, Stefano Miserocchi, a firmare l’ordinanza di chiusura dalle ore 19.30 di oggi della strada comunale della Val Ferret – tra le località Montitaz e Planpinceux-, della strada interpoderale per la località Rocheroft e l’evacuazione di alcuni immobili.

6 anni di monitoraggio del ghiacciaio

Il ghiacciaio è oggetto da anni di monitoraggio da parte dell’Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica. Tra il 2013 e il 2015 sono state raccolte 30.800 fotografie, utilizzate in parte (relativamente all’estate 2015) per il timelapse che vi mostriamo.

Uno studio cronologico dei crolli che avvengono dalla fronte glaciale, che purtroppo ha solo scopo descrittivo ma non consente di attivare preallarmi. Ciò che è possibile identificare è un alto rischio collasso di alcune zone senza poterne però prevedere le tempistiche.

Il messaggio del premier Conte all’Onu

“E’ di queste ore la notizia di un ghiacciaio del monte Bianco che rischia di collassare. Un allarme che non può lasciarci indifferenti e che deve scuoterci e mobilitarci tutti”, ha dichiarato il premier Giuseppe Conte all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

“Per questo continueremo a seguire e incoraggiare la mobilitazione dei cittadini e dei giovani, perché consapevoli dell’impatto sproporzionato che i cambiamenti climatici hanno sulle generazioni presenti e future”.

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3 Commenti

  1. Ricordo male o ,circa quaranta anni fa è successo qualcosa di simile? Lungo la strada di fondo valle stazionava un blocco di ghiaccio grande come una casa plurifamiliare.

  2. La parte terminale di un ghiacciaio alpino è solitamente molto attiva, e caratterizzata dalla presenza di crepacci e seracchi, e da fenomeni di crollo che rendono queste aree di difficile accesso e molto pericolose. La difficoltà di accesso è maggiore se il fronte glaciale
    è sospeso, ossia posto lungo un versante molto ripido …fonte CNR . Noi appassionati sappiamo che le ragioni sono ” forza di gravità” che è una costante , ” temperatura” che è alta a fine estate, e pendenza che in questo ghiacciaio è piuttosto accentuata… Che i ghiacciai siano tutti in ritiro ( a parte poche eccezioni) è risaputo , ma sappiamo che le seraccate e i fronti crollavano periodicamente anche in tempi di massimi glaciali….

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