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Su History Channel la storia di Arnaldo Berni, il “Capitano dei Ghiacci”

Su History Channel arriva “Il Capitano dei Ghiacci”, la storia di Arnaldo Berni, il disperso del I conflitto mondiale più ricercato della storia.

Ufficiale della 307 Compagnia Battaglione Skiatori Monte Ortler, Berni morì a soli 24 anni in battaglia durante la I Guerra Mondiale, il 3 settembre 1918. Non una battaglia qualunque, ma quella combattuta alla quota più elevata di tutto il conflitto, sulla punta San Matteo (3.678 m), nel Gruppo Ortles-Cevedale sulle Alpi Retiche meridionali.

Il documentario, prodotto da Marco Nereo Rotelli e Elena Lombardi di Art Project in collaborazione con l’Istituto Luce Cinecittà, produttore associato HF4, e il Patrocinio del Comune di Mantova e Associazione Mantova Film Commission, andrà in onda il 30 settembre alle ore 21.50 sul canale 407 di Sky.

Per ricostruire la storia di Berni, probabilmente il capitano più giovane dell’esercito italiano, il regista Matteo Raffaelli e la sua crew sono saliti fino a quota 3.700 m, con il supporto del Corpo degli Alpini. Durata delle riprese: circa 12 mesi.

Ma cosa rende Arnaldo Berni una vittima differente dai tanti, troppi caduti del I conflitto mondiale? Andiamo a scoprirlo insieme.

La misteriosa scomparsa del corpo di Arnaldo Berni

Al momento della morte, il capitano degli Alpini Arnaldo Berni stava difendendo la posizione di punta San Matte, dopo averla strappata il 18 agosto 1918 alle forze austro-ungariche.

A inizio settembre il fronte nemico iniziò un violento contrattacco. Una pioggia di fuoco investì le truppe italiane mietendo vittime, tra cui lo stesso Arnaldo. Il suo corpo non fu ritrovato e probabilmente rimase sepolto dai ghiacci.

Del corpo di Berni non si trovarono tracce fin dai primi giorni dopo la battaglia. Da allora le ricerche sono continuate nel tempo. Tra i personaggi che si sono impegnati invano in tale impresa compare quello di Bepi Magrin.

Tenente colonnello in pensione, guida alpina militare, esperto di guerra e consulente del Ministero della Difesa per la bonifica delle aree montane dai residuati bellici, Magrin da oltre 40 anni è impegnato nella ricostruzione di quelle lontane ultime ore di vita del Berni, cercando di ipotizzare ove le sue spoglie possano trovarsi.

È proprio lui a fare da guida agli spettatori sulle tracce del Capitano dei Ghiacci. Con lo scioglimento progressivo dei ghiacci alpini, è prevedibile che anche resti rimasti sepolti per decenni, oggi possano affiorare. È dunque il momento di tornare sull’antico campo di battaglia.

Il documentario ci porta sul ghiacciaio dei Forni, il più grande d’Italia, con una spedizione che accanto a Magrin vede impegnato l’esercito italiano e il Corpo degli alpini. Alle immagini del presente, si mescolano filmati d’epoca, provenienti dall’archivio dell’Istituto Luce-Cinecittà e immagini inedite del ritrovamento in quota di corpi di soldati mummificati.

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