Rifugi

Rifugio Quintino Sella, ai 3600 metri del Monte Rosa. Lavori di ampliamento nel rispetto della sostenibilità

I rifugi alpini dimostrano sempre di più di voler conservare una lunga tradizione con uno sguardo volto a un futuro green. Sostenibilità e rispetto per l’ambiente sono le due regole basi su cui si basa il progetto di restauro del rifugio Quintino Sella al Felik, sul massiccio del Monte Rosa.

I medesimi principi che hanno guidato i lavori di ammodernamento del Rifugio Torino a Punta Helbronner, volti a incentivare l’uso di fonti di energia rinnovabile e la sostenibilità ambientale.

Verso un “Quintino Sella” del futuro

La struttura, di proprietà della sezione di Biella del Club Alpino Italiano, gestita da due generazioni dalla famiglia Favre di Ayas, verrà ampliata e innovata. I lavori sono iniziati da una settimana a 3.5858 m sul ghiacciaio del Felik, ai piedi dei Lyskamm, sulla dorsale del Monte Rosa che divide le valli di Gressoney e Ayas.

Entro la metà di settembre si prevede di portare a completamento il montaggio di un nuovo modulo in legno lamellare e la posa del tetto. Il rifugio attuale, grazie a tale ampliamento, verrà unito alla zona dei bagni, finora fruibili uscendo dalla struttura principale. Un disagio non indifferente in piena notte. La nuova area accoglierà anche una sala pranzo più ampia, così da evitare i doppi turni di cena in vigore finora.

Più acqua meno plastica

Al di sotto della nuova struttura verranno create delle vasche di accumulo per una riserva idrica. La scarsa disponibilità di acqua al Quintino ha infatti consentito fino ad oggi il lavaggio delle stoviglie. Talvolta neanche questo. Si è determinata nel tempo la necessità dunque di utilizzo di stoviglie in plastica, un problema non indifferente nell’epoca del plastic-free. Avere la possibilità di lavare piatti e bicchieri consentirà di ridurre i rifiuti plastici dell’80%.

Eliminare la necessità di utilizzo di stoviglie e posate in plastica consentirà anche di ridurre i voli in elicottero necessari per portare a monte tali materiali. Nonché quelli per riportare a valle i rifiuti. Benefici dunque per l’ambiente ma anche riduzione delle spese.

Inaugurazione prevista per il 2020

L’inaugurazione del “Quintino Sella” rinnovato è prevista per settembre 2020. Come dichiarato a NewsBiella.it dal Presidente de Cai Biella Eugenio Zamperone, il restyling del rifugio “sarà un vanto per i biellesi. Trovarsi al “Quintino Sella” è un po’ come essere a casa, una sensazione in parte dovuta alla storia e in parte, almeno per me, alla dedica alla Madonna d’Oropa che, con la sua effige scolpita nelle pietra, dà il suo benvenuto ogni volta che si arriva dopo aver percorso i 900 metri di dislivello che lo separano dal Colle della Bettaforca”.

Un rifugio caro ai biellesi ma amato anche dai tanti alpinisti italiani e stranieri che annualmente vi trovano ristoro nel percorrere le vie del Rosa, puntando al Lyskamm, al Polluce o al Castore. Dal rifugio passa anche la gara scialpinistica Trofeo Mezzalama che porta gli atleti da Cervinia a Gressoney.

Oltre che al CAI Biella, il merito del progetto va anche al CAI nazionale e Banca Sella. La nuova sala verrà intitolata proprio a Gaudenzio Sella, fondatore della Banca e nipote di Quintino.

La nascita del “Quintino Sella”

I lavori di ampliamento del rifugio giungono a 134 anni dalla sua fondazione. Alla morte di Quintino Sella, fondatore del Club alpino italiano e presidente onorario della sezione di Biella, l’assemblea dei soci del Cai Biella deliberò di realizzare nel dicembre dello stesso anno, una capanna ai piedi del Lyskamm. Una piccola struttura che poteva ospitare al massimo 15 persone.

Il primo ampliamento risale al 1907. La capanna arrivò, grazie a Gaudenzio Sella, a una capienza di 25 posti. Un secondo ampliamento nel 1924 portò il numero di ospiti a 60.

Nell’agosto del 1981 è stato inaugurato il nuovo rifugio, con una capienza di 140 posti, e pensionamento della capanna. Negli anni ‘90 sono state aggiunte nuove cucine e il corpo bagni. Il 2019 segna dunque l’inizio di un nuovo capitolo.

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