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Alpi svizzere, il Pm archivia: nessun responsabile vivo per la tragedia in cui morirono 7 scialpinisti

Nessuna responsabilità penale imputabile a un individuo vivente può essere presa in considerazione, per cui il pubblico ministero ha informato le parti della sua intenzione di archiviare il caso“, lo ha dichiarato il magistrato del Canton Vallese, Svizzera, dove era stato aperto il procedimento per l’incidente avvenuto lo scorso 30 aprile 2018 nella zona della Pigne d’Arolla lungo l’itinerario di scialpinismo ‘Haute Route’ dal Monte Bianco al Cervino. A riportarlo l’ANSA.

Una notte tragica, trascorsa all’addiaccio a 3270 metri, dove a morire furono in sette: la guida alpina Mario Castiglioni, capocomitiva, la moglie Kalyna Damyanova, Andrea Grigioni, Francesca Von Felten, Elisabetta Paolucci, Marcello Alberti e la moglie Gabriella Bernardi.

Il gruppo, formato in tutto da 10 scialpinisti, aveva perso la traccia a causa del whiteout causato da una bufera, che li aveva fermati, senza saperlo, ad appena 550 metri dal rifugio Cabane des Vignettes.

In quelle condizioni – aveva spiegato l’alpinista Reinhold Messner nei giorni successivi alla tragedia – se metti una mano sul viso, la vedi, ma i piedi no. Basta essere a 100 metri da un rifugio ed è impossibile trovarlo. È una condizione che io ho vissuto almeno cento volte, ma il problema è che se ti trovi in Antartide è grave, però non hai dei crepacci, mentre in montagna sì. Col vento forte e il freddo, come ho capito che è successo in Svizzera, se non hai un’esperienza estrema perdi la testa. La bufera ti butta giù e la morte è la conseguenza. Pensiamo che i vestiti, le scarpe e i GPS che ci sono adesso ci rendano sicuri, ma la montagna è sempre pericolosa”.

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