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Il successo inizia nella mente – Adam Ondra Road To Tokyo

La preparazione mentale è importante quanto quella fisica in vista di un campionato mondiale. Questo è il fulcro del 25esimo episodio della serie “Adam Ondra: Road To Tokyo”, dedicato proprio al “gioco della mente”.

Nel precedente episodio ci siamo rilassati insieme ad Adam sul lettino del fisioterapista esperto di medicina cinese, Pavel Vìch. Abbiamo scoperto l’importanza di una dieta stagionale definita ad personam, delle erbe medicinali, dello yoga e dei massaggi. Ricaricato di energie positive il corpo si passa alla mente. Essenziale in gara è infatti non subire la pressione cui, inevitabilmente, si è sottoposti. Bisogna contrastarla, lavorando sia in live time che con il giusto anticipo. Vediamo come.

Focalizzarsi su pensieri positivi

Adam non nasconde le sue debolezze. Non lo ha mai fatto in questa serie, in cui preferisce mettersi a nudo. “Mi sento nervoso, ho paura, non c’è modo di evitarlo – descrive così le sensazioni da affrontare prima di salire in parete – e cerco di contrastare la paura concentrandomi su bei momenti vissuti arrampicando”.

Affrontare le proprie paure con il supporto di un professionista

Di fronte a una parete, che sia quella di una gara indoor o una superficie rocciosa, la razionalità deve passare in secondo piano, lasciando il posto all’intuito. Si sale passo dopo passo, i movimenti diventano un flusso spontaneo. Si guarda a ciò che si sta compiendo in verticale in maniera passiva. Quasi viene da dire “Wow, questa è la strada da seguire!”. Per raggiungere un tale stato di tranquillità mentale serve affrontare le proprie paure, parlandone con professionisti e circondandosi delle persone giuste. Professionisti come il dottor Rudolf “Tufi” Tefelner, esperto di psicologia sportiva.

L’arrampicata, come afferma il dottor Tefelner, concede molto tempo ai pensieri dell’atleta. Anche troppo tempo, se posta a confronto con discipline come lo sci, caratterizzate da una sorta di routine. Nell’arrampicata ci sono continue interruzioni, si analizza la parete, si sceglie di volta in volta il movimento successivo. E bisogna saper gestire questo flusso di pensieri. Le domande  che si sommano alla scelta dei movimenti da compiere sono molteplici. “Ho bevuto abbastanza? Ho le scarpe giuste? Sono sufficientemente in forma? Quanta magnesite ho in borsa?”, ne sono un esempio. L’ansia di gettare alle spine mesi di allenamento per un errore minuscolo è tanta. Partire con un livello zero di fiducia in se stessi è decisamente da evitare.

La paura di cadere, questa sconosciuta!

La gente comune ha paura di cadere. È uno dei punti su cui focalizzarsi per prepararsi a una arrampicata. Per Adam no. Lui non ha sviluppato questo timore, fin da piccolo. Pertanto si riesce a focalizzare sulla salita guardando sempre in avanti. Beato lui, verrebbe da dire!

Lo stress da ambizione

Ma la sua ambizione, come spiega il dottor Tefelner, diventa in ogni caso fonte di stress per la sua mente. Adam non parte con l’idea di poter fallire. Parte con l’idea di voler vincere. Uno stress che però diventa positivo, in quanto in grado di caricarlo di adrenalina per affrontare con tenacia la sua sfida.

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