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Sci ripido: i fratelli Dallavalle continuano a tracciare nuove linee

“Non avrei mai pensato di fare così tante discese in un’unica stagione” esordisce Luca Dallavalle, protagonista indiscusso di questa stagione sciistica su ripido insieme a suo fratello Roberto. “Non so ancora quando metterò via le pelli, con queste ultime nevicate primaverili penso si possa continuare ancora per un po’”. Probabilmente ci regalerà ancora qualcosa da scrivere prima che le ultime nevi lascino posto alle verticalità calcaree dolomitiche.

Intanto vi raccontiamo le sue due ultime linee, tracciate sempre in compagnia di suo fratello.

 

Cima di Bon parete Nord-Est

Qualche giorno prima di Pasqua i due si sono mossi nel gruppo della Presanella raggiungendo la parete Nord-Est della Cima di Bon (2901 m). “Il versante cade a picco sull’omonima valle, una zona selvaggia che sale dalla Val Piana sopra Ossana” racconta Luca. Si tratta di circa 650 metri di dislivello che i due sciatori hanno percorso partendo dalla vetta. “La prima parte è in cresta quindi si incontra un tratto di circa 150 metri a pendenza costante sui 55 o 60 gradi a cui seguono delle ‘barre rocciose’ oltre le quali la pendenza cala mantenendosi sui 40 o 45 gradi fino alla base”.

“Ho osservato per lungo tempo quella parete, ma ho dovuto attendere le ultime nevicate primaverili affinché la parte alta fosse in condizione”. Zona molto ripida dove solo la neve primaverile riesce ad aderire sulle placche rocciose. Nonostante le buone condizioni “non pensavamo comunque di riuscire a scenderla tutta sci ai piedi. Salendo abbiamo però notato dei piccoli passaggi che ci hanno permesso di farlo”.

 

Cima Scarpacò parete Nord-Ovest

Il 22 aprile, Pasquetta, è stato invece il giorno del versante Nord-Ovest di Cima Scarpacò (3252 m), sempre nel gruppo della Presanella.Approfittando dell’ottimo innevamento, anche se con molti dubbi, decidiamo di andare a mettere il naso su questa estetica parete che è impossibile non notare salendo al rifugio Denza”. La parete è complicata ma bella. “È una linea di circa 600 metri che osservavo da qualche anno e che dal 2014 non è mai stata così innevata come questa primavera”. Da qui la decisione di provarci.

In salita abbiamo trovato una linea logica mentre in discesa abbiamo effettuato qualche modifica all’itinerario percorso durante l’ascensione sfruttando alcune spine con neve polverosa”. Una scelta effettuata per “evitare tratti ghiacciati e di misto fatti in salita.”

È stata una discesa molto impegnativa, ma di soddisfazione”.

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