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La montagna come cura dei disturbi mentali. Un esempio virtuoso dalla Valle d’Aosta

Che la montagna abbia effetti benefici non solo sul corpo ma anche sulla mente è un dato assodato, confermato anche da ricerche scientifiche. E sono in crescita i progetti che vedono la montagna come vera e propria cura per pazienti con disturbi mentali legati a differenti tipologie di causa. Un approccio noto come montagna-terapia.

Nel mese di febbraio avevamo ad esempio raccontato del particolare percorso riabilitativo avviato dall’Azienda USL Toscana Centro per ragazzi dipendenti da droghe basato sull’alpinismo.

Lo scorso 10 aprile si è invece svolta ad Aosta una conferenza stampa a chiusura di un progetto dal titolo “Prospettive sicure”, avviato nel 2018 dalla cooperativa L’esprit à l’Envers nell’ambito del Bando Vivo Meglio 2017, con la collaborazione del Dipartimento Salute Mentale dell’Azienda USL della Valle d’Aosta e il sostegno della Fondazione Crt e della cooperativa di guide escursionistiche “Habitat” di Aosta, finalizzato a sostenere giovani adulti con disturbi mentali attraverso lo svolgimento di attività all’aria aperta in ambiente montano.

In 12 mesi le ricadute e i ricoveri per i 18 partecipanti, nove ragazzi e nove ragazze tra i 16 e i 28 anni, sono risultati drasticamente diminuiti, passando da 17 a 4.

Come spiegato dalla coordinatrice dell’iniziativa Annamaria Di Pede, il progetto ha voluto sperimentate nuove tecniche di mobilitazione per la salute mentale. Il territorio è diventato una palestra dove fare sport, mostrando il suo elevato valore terapeutico.

Nello specifico sono state svolte 14 escursioni in montagna e 11 sedute di arrampicata (9 esperienze indoor e 2 outdoor), che hanno visto anche la collaborazione della guida alpina Anna Torretta. Al termine delle attività i pazienti hanno condiviso momenti di riflessione sull’esperienza e hanno cercato di ricostruire il percorso realizzando un montaggio video. Mediante tali attività si è cercato di stimolare la socializzazione, la condivisione delle regole, l’integrazione, la fiducia in se stessi nonchè l’interazione con l’ambiente.

Studi ed esperienze mostrano come l’arrampicata sportiva metta le persone in contatto con tematiche ricorrenti come la regolazione delle proprie emozioni, la paura, la rabbia e l’impotenza” – ha spiegato inoltre il referente del progetto Davide Francisco – “Questo sport spinge al raggiungimento di traguardi che per i destinatari del progetto non è semplice tagliare nella quotidianità”.

Un progetto che ha cercato di colmare quello che Valerio Ricci, dirigente medico del DSM, ha definito “un vuoto terapeutico per una fascia di età, quella degli under 26, sulla quale sta emergendo un incremento significativo di casi”, sottolineando che “queste esperienze sono risultate più positive rispetto alle cure con i farmaci e ai ricoveri ospedalieri”.

I ragazzi hanno acquisito divertendosi delle competenze utili anche in altre situazioni della vita. Un ragionamento che ricorda quello affrontato nel “Laboratorio stupefacente voce del verbo andare” dell’AUSL Toscana Centro, laddove l’allenamento del corpo è stato concepito come mezzo per sviluppare nei ragazzi la capacità di essere resilienti, in grado dunque di superare i problemi e ripartire da zero, convertendo in maniera positiva le avverse condizioni di partenza.

Dato che il via al Trento Film Festival si avvicina, vi segnaliamo che il tema della montagna-terapia sarà oggetto di una tavola rotonda in programma per il 1 maggio, che vedrà come moderatore il Dott. Luigi Festi, chirurgo dell’Ospedale di Circolo e Presidente della Commissione Medica Centrale del CAI.

Obiettivo dell’incontro sarà quello di valutare i progressi raggiunti negli ultimi anni in termini di divulgazione della montagna-terapia, come questa disciplina venga proposta e recepita in Italia, al fine di armonizzare al meglio le molteplici iniziative “solitarie” che spontaneamente vengono avviate lungo lo Stivale.  

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2 Commenti

  1. Va bene anche come prevenzione..non solo come cura.Basta non doverci assolutamente vivere e sbarcare il lunario e non trovare attivita’o lavoro consoni, servizi tagliati o lontani…..altrimenti…
    Infatti solerti corrieri si premurano di portaci su droghe varie..

  2. Io quando vado a camminare in montagna mi rigenero. Ho fatto anche vacanze da solo in montagna e devo dire che aiutano a crescere anche come persona: aiutano l’autostima e ad affrontare le difficoltà e le paure.

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