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Quando il Nord ti rapisce il cuore

Si chiama TransCanada Alaska Expedition ed è un’iniziativa che mira a ripercorrere interamente il lungo itinerario dei pionieri alla corsa all’oro. Un lungo viaggio, giunto ormai alla quinta spedizione, ideato dal trentino Maurizio Belli. A dargli l’idea la storia di suo nonno, migrante trentino nelle terre del Nord per inseguire il sogno dell’oro.

Ho iniziato a viaggiare in Alaska nel ’93 e, da quel momento, praticamente tutta la mia vita è stata legata a quel territorio”. In questi anni Maurizio, di professione insegnante di pilates, istruttore di Mountain bike e Nordic Walking, ha avuto modo di muoversi nel territori del Nord con ogni mezzo: in bicicletta, in canoa, con slitte trainate da cani o con gli sci. Esperienze che l’hanno arricchito e l’hanno aiutato a comprendere quel che poteva significare muoversi alla ricerca della grande fortuna.

Maurizio si sta preparando ora a una nuova partenza, per quella che sarà la quinta e ultima spedizione del progetto. Un lungo itinerario in completa autonomia da Fort Yukon ad Anchorage per cui l’esploratore partirà il prossimo febbraio. Con lui, fin dalla terza spedizione, ci sarà Fulvio Giovannini.

 

Maurizio, ci racconti qualcosa dell’esperienza di tuo nonno?

Mio padre parlava spesso di lui. Raccontava del sui periodo in Alaska come cercatore d’oro e, alla fine, mi ha influenzato con questi racconti. Ascoltare quelle storie, alla fine, mi ha spronato a voler vedere i luoghi che potrebbe aver visto anche mio nonno. Dico potrebbero perché purtroppo non ho certezze sui luoghi in cui è stato.

Cosa ti ha spinto a partire?

Ho iniziato a viaggiare in Alaska per capire dove si trovasse questo territorio e cosa volesse dire vivere una natura che tutti mi han descritto come selvaggia e primordiale. Ai tempi, parliamo dei primi anni ’90, non si sapeva molto di queste terre.

L’essermi poi trovato tra le mani un guida su Alaska e Yukon Canadese, al rientro da una traversata in mountain bike dell’Himalaya, ha dato il via a tutto. Dopo averla sfogliata ho deciso di approfondire facendo ricerche nelle biblioteche e svaligiando le librerie, all’epoca non c’era internet. Trovare materiali era molto difficile, ma qualcosa si riusciva a recuperare. Alla fine però ho deciso di partire per andare a vedere com’era effettivamente quel lembo di Stati Uniti in cui molti trentini sono andati per tentare la fortuna.

Hai scovato qualche storia particolare?

Sono emerse tracce di due fratelli, Silvio e Clemente Boldrini, di cui è stato trovato un diario. Due giovani delle Valli Giudicarie andati a vivere il sogno americano. Hanno partecipato alle grandi corse all’oro americane.

Quella che partirà a febbraio non è la prima spedizione…

No, è la numero cinque. La ricerca storica, affiancata dall’esplorazione pratica mi sta regalando la scoperta di un territorio unico.

Quindi dietro a questi viaggi non c’è solo interesse per la storia…

No, volevo scoprire quali condizioni han dovuto affrontare i pionieri e in quali territori si sono mossi.

Volevo ripercorrere il loro cammino e, lentamente, ci sto riuscendo. Ho iniziato queste avventure molti anni fa, nei primi anni Novanta. Sono partito dal confine degli Stati Uniti e sono andato fino al mare di Bering, poi mi sono mosso dall’oceano Pacifico al mar glaciale artico. Ho percorso circa 7mila chilometri in un luogo unico.

Cosa ti è rimasto di queste esperienze?

La scoperta di una terra d’avventura, affascinante, che credo non finirò mai di esplorare. Quello del grande Nord è un territorio in cui nulla va dato per scontato. Si può avere tutta l’esperienza del mondo ma le sorprese e gli imprevisti si celano dietro l’angolo, soprattutto a causa dei cambiamenti climatici che in quelle regioni hanno effetti molto più visibili e concreti.

Una volta completato il progetto esplorativo?

Vorrei creare un film che racconti le esperienze vissute e il territorio dell’Alaska, oltre alla scrittura di un libro in cui riversare tutte le sensazioni e i momenti magici vissuti in questo territorio.

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