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I gattisti si fermano: troppi scialpinisti sulla pista

Con la prima neve sono arrivati anche i primi scialpinisti. La stagione, che un tempo iniziava in primavera, oggi prende tutto l’inverno e già i primi centimetri di neve sono sufficienti per far rispolverare le pelli e la voglia di curve su terreni non battuti o, su piste non battute. È quel che è accaduto qualche giorno fa in Trentino, sulla “Volata” del Passo San Pellegrino che il prossimo febbraio ospiterà le gare veloci dei mondiali juniores di sci alpino. Una situazione che ha portato alla sospensione dei lavori per la battitura della pista, in previsione dell’apertura stagionale. Secondo quanto raccontato, il traffico di scialpinisti sarebbe stato così alto da far decidere il responsabile delle battitura per girare il mezzo e rientrare. La scelta di interrompere le operazioni è stata fatta per evitare eventuali incidenti che sarebbero potuti incorrere tra mezzi e sciatori.

Secondo quanto affermato da Renzo Minella, direttore della skiarea San Pellegrino, i protagonisti di questa complicata giornata sulle piste sarebbero stati in maggioranza atleti che “in questi giorni ci stanno mettendo davvero in grave difficoltà perché proprio lungo la Volata abbiamo vari gattisti e innevatori al lavoro per garantire le condizioni migliori in vista dell’avvio di stagione e poi dei mondiali. Il divieto di sciare in pista è segnalato con molti cartelli eppure c’è sempre chi mette a rischio la propria incolumità avventurandosi anche a pochi metri dai gatti in azione, probabilmente senza rendersi conto del pericolo”.

Ecco allora che rinasce la polemica di ogni anno, quella della difficile convivenza tra pistaioli e scialpinisti che ogni tanto affollano le piste, soprattutto in caso di neve scarsa.

La paura di incidenti da parte dei gestori degli impianti non è infondata. Già nel 2014 in Marmolada due scialpinisti sono stati vittima di un sinistro finendo contro il cavo d’acciaio che assicurava un gatto delle nevi. Simile accadimento avvenuto anche l’anno scorso a Madonna di Campiglio e ancora nel 2016, sul Bondone, quando uno scialpinista rischiò di finire investito proprio durante la battitura delle piste.

Una dura convivenza quella tra le piste e gli scialpinisti, anche se oggi questi ultimi sono sempre più apprezzati. Non sono infatti pochi gli impianti che han deciso di aprirsi a questo tipo di attività con l’ideazione di skipass giornalieri per chi volesse risalire le piste con le pelli e poi scenderle in tutta sicurezza, ma questo è tutt’altro rispetto allo sci alpinismo. Come dice il nostro Maurizio Gallo “chiamiamo le cose con il loro vero nome e significato: una cosa è lo Sci Alpinismo, un’altra è lo ‘ski fitness’”

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