News

Anche la montagna di Noe soffre il caldo: ridotti del 40% i ghiacciai dell’Ararat – di Claudio Smiraglia

Testo di Claudio Smiraglia professore ordinario presso il dipartimento di scienze della terra “Ardito Desio” dell’università degli Studi di Milano

 

L’Ararat (Ağri-Daği in Turco, Masis in Armeno) è un vulcano situato ai confini orientali della Turchia, alto 5137 m. Sicuramente è una montagna molto più famosa per avere ospitato secondo la tradizione l’arca di Noè dopo il diluvio universale che non per la presenza di ghiacciai.

Rilievi cima Ararat

Sulla sua sommità e sui suoi versanti sono presenti numerosi ghiacciai. Si tratta di una classica calotta sommitale da cui si dipartono radialmente quattro lingue glaciali. Una scende, senza copertura detritica, sul versante occidentale; due (Ghiacciaio Parrot e Ghiacciaio Cehemmen) fluiscono sul versante Nord-Est, mentre la quarta, senza una denominazione ufficiale, scende sul versante Sud-Ovest, non lontano dall’itinerario principale di salita. Queste ultime tre sono caratterizzate da una copertura detritica continua con spessori superiori ai 20 cm, che non solo influisce sulla fusione del ghiaccio e quindi sull’evoluzione dei ghiacciai, ma ne ha impedito nel passato un’accurata delimitazione.

Recentemente sono stati pubblicati i risultati della Spedizione ARARAT 2014, organizzata dal Comitato Scientifico Centrale del Club Alpino Italiano (con la partecipazione di ricercatori dell’Università Statale di Milano, dell’Università di Milano-Bicocca, dell’Università di Firenze, dell’Università di Pisa, dall’ARPA Lombardia-Centro Nivometeorologico di Bormio e della Commissione Medica del Club Alpino Italiano).  Per quanto riguarda le osservazioni glaciologiche, mediante rilievi di terreno e analisi di immagini da satellite, si è verificato che l’area totale, comprese le zone coperte da detrito, è passata da 10,70 kmnel 1990 a 6,33 kmnel 2014, con una riduzione percentuale del 41% e una riduzione media annua di 0,17 km2. Si è anche constatata un’accelerazione del regresso glaciale a partire dall’inizio degli Anni Novanta rispetto alle precedenti misure.

Ghiacciaio Parrot

Mediante l’analisi dei dati di alcune stazioni meteorologiche situate nella regione attorno al vulcano e l’utilizzo di appositi modelli numerici, si è constatato che, mentre le precipitazioni sono rimaste costanti durante il periodo studiato, si è ridotto l’accumulo nevoso ad alta quota e le temperature primaverili sono significativamente cresciute (0,05 °C all’anno).  A questo fenomeno va molto probabilmente ascritto l’intenso regresso glaciale individuato sui ghiacciai dell’Ararat.

Questi risultati confermano le tendenze climatiche e glaciologiche già verificate in molte altre regioni della Terra, ad esempio dalle Alpi alle catene montuose dell’Asia centro-meridionale, e contribuiscono a chiarire il quadro del regresso glaciale globale.

 

I dati presentati sono tratti da AZZONI R.S., ZERBONI A., PELFINI M., GARZONIO C.A., SMIRAGLIA C. & DIOLAIUTI G.A. (2017) –Geomorphological map of the Ararat/Ağri Daği Mount (Eastern Anatolia, Turkey).Journal of Maps, 13, 182-190 e da BALDASSO V., SONCINI A., AZZONI R.S., DIOLAIUTI G.A., SMIRAGLIA C. & BOCCHIOLA D. (2018) – Recent evolution of glaciers in Western Asia in response to global warming: the case study of mount Ararat, Turkey.Theoretical and Applied Climatology, 133, 1-15.

Tags

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close