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Esperienza rifugio, come viverla al meglio

Sono gli ultimi avamposti umani in terra d’avventura. Sono i custodi delle terre alte e gli accoglienti ripari dei loro frequentatori. Luoghi un tempo piccoli e scomodi. Bivacchi in cui ci si adattava alle mille difficoltà della vita in quota, pur di avere un riparo in cui passare la notte.

Con il tempo però i rifugi sono cambiati. Si sono trasformati in strutture più confortevoli e sono diventati meta di un turismo montano più soft, mantenendo però sempre la loro funzione di posto tappa per traversate o salite alpinistiche.

Oggigiorno molti salgono in quota per godere del cielo stellato o anche solo per provare l’esperienza rifugio, per passare una notte in un luogo spartano. Trascorrere una rilassante notte in quota può però diventare complesso, soprattutto per chi è alla prima esperienza e non ha molta dimestichezza con l’ambiente dei rifugi di montagna. Per questo vi proponiamo un piccolo vademecum con alcuni consigli da seguire per vivere al meglio l’esperienza rifugio.

Cosa fondamentale per vivere appieno dell’esperienza è liberarsi degli schemi mentali e affrontare la situazione nel modo più appassionato possibile. Il rifugio è un luogo di aggregazione dove, anche se da soli, avrete modo di interagire con gli altri ospiti, fare conoscenza e magari trovare un compagno di cordata. Nel rifugio infatti tutto è condiviso, dalla camera da letto (solitamente camerate a più posti) al bagno in comune. Per la notte si consiglia di portarsi sempre un sacco a pelo o, in sostituzione, un leggero sacco lenzuolo anche se oggigiorno molti rifugi permettono di acquistarlo per pochi euro.

Non aspettatevi un trattamento d’albergo. Il rifugio è una struttura spartana dove, per quanto si cerchi di offrire al cliente il miglior comfort, ci si deve adattare a qualche scomodità e a dei prezzi leggermente più alti di quelli che potreste incontrare a valle. Sono gli effetti del luogo in cui si trovano e delle difficoltà cui si va incontro per trasportare a monte i materiali.

I rifugi più alti, o quelli nei luoghi più “impervi”, possono ad esempio presentare difficoltà nell’approvvigionamento di acqua o nella fornitura di energia elettrica. Molti rifugi offrono infatti acqua corrente e elettricità in quantità limitata. Non sempre sarà fattibile farsi una doccia, godere di una lampadina accesa durante la notte o della possibilità di ricaricare il cellulare. Per sicurezza è consigliabile avere con se una pila frontale o una piccola torcia.

Prima di lasciarvi alla preparazione della vostra gita in rifugio abbiamo ancora un paio di consigli da darvi. Portate sempre con voi un sacchetto, anche solo una busta della spesa, in cui accumulare tutta la spazzatura che poi butterete a valle. I rifugi, sempre a causa della loro posizione, hanno spesso grosse difficoltà nello stoccaggio e nello smaltimento dei rifiuti, un bel gesto è quindi riportarsi con se la propria immondizia.

Ultima cosa: ricordatevi sempre di avere con voi del contante. Raramente infatti troverete un rifugio con il bancomat, spesso non c’è nemmeno il segnale telefonico.

L’esperienza in rifugio è qualcosa che rimane impresso per tutta la vita: arrivare dopo una faticosa camminata, incontrare il gestore sorridente che come una chioccia vi coccolerà con birra e cibo tradizionale, la notte sotto le calde coperte di lana o chiusi nel vostro sacco a pelo mentre fuori cala il buio e si accende un mare di stelle.

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3 Commenti

  1. COMPLIMENTI PER IL BELLISSIMO ARTICOLO! PER NOI RIFUGISTI PUÓ ESSERE DI GRANDE AIUTO E SPERIAMO CHE LO LEGGANO IN TANTISSIMI!!!!

  2. Mi è piaciuto l’articolo. Grazie. Ho fatto una esperienza così alla Capanna 2000 di Oltre il Colle. Sono arrivato il 3.8, un po’ dopo le 14. Mi sono comunque beccato una favolosa tripla porzione di loro pizzoccheri e una camera da 7 solo per me. Il 4 sono salito da solo al Pizzo Arera (2512); a ganze 81 anni. Dei ragazzi trovati in cima erano sbalorditi. Qualche tuono, qualche breve scroscio ma ben gestito. Il 5, dopo una bella colazione e un modestissimo conto, sono sceso. Formidabile.

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