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#K2skichallenge: le impressioni di chi prima di Bargiel ha tentato questa discesa

Correva il 1998 quando le guide valdostane Edmond Joyeusaz e Marco Barmasse hanno attaccato gli sci dai 7000 metri del K2. L’obiettivo era, evidentemente, realizzare la prima discesa con gli sci dalla seconda montagna della terra. Una realizzazione da molti ritenuta l’ultima grande impresa dello sci estremo.

Qualche anno dopo i valdostani, nel 2001, tocca all’altoatesino Hans Kammerlander tentare la realizzazione. L’alpinista, che undici anni prima si era portato a casa la prima sciata assoluta dal Nanga Parbat, raggiunge la vetta per poi iniziare la discesa. “Sono partito dalla cima” ci racconta “e ho sciato per circa 200 metri quando mi sono trovato circondato dalle nuvole. Era tutto bianco, sarebbe stato troppo pericoloso proseguire”. Dopo di lui solo Michele Fait e Friedrik Ericsson ci hanno provato. La prima volta insieme, nel 2009 quando Fait a causa di una caduta muore nei pressi di campo 2 sciando lungo la via Cesen. Stessa sorte che toccherà l’anno successivo a Ericsson a causa di una scivolata nei pressi del collo di bottiglia.

Una discesa che certamente ha portato una ventata di aria fresca su una montagna come il K2, ma qual è il vero significato di una prestazione come questa? Per poter meglio quantificare la realizzazione del polacco Andrzej Bargiel siamo andati a fare qualche domanda a chi, prima del polacco, si è cimentato sulle nevi del K2.

Il parere di Hans Kammerlander:

“Innanzitutto ha fatto una grande salita perché non ha utilizzato l’ossigeno. Merita poi tanti complimenti perché ha realizzato una discesa non facile. Anche io avevo individuato la stessa linea di discesa, un tracciato possibile ma non semplice.”

“Questa è davvero una grande realizzazione perché il K2 è il re degli Ottomila. Forse il Nanga Parbat è più difficile tecnicamente perché la parete è più alta e ripida, ma il K2 è molto più alto e la quota si fa sentire.”

“In conclusione non posso che dire bravo. Sono sempre contento quando dei ragazzi portano a temine realizzazioni di questo tipo”.

Il parere di Edmond Joyeusaz:

“Dopo averci provato l’anno scorso ci ha creduto e ci ha riprovato. È stato bravo, e anche un po’ fortunato se penso alla meteo che abbiamo trovato noi con soli 4 giorni di sole in tutta al spedizione. Adesso, si potrebbe dire, che è tutto un po’ più semplice con le spedizioni commerciali che attrezzano la via, ma la sua realizzazione rimane un’ottima prestazione e a lui vanno le mie congratulazioni. Io ho sempre pensato che si potesse fare e alla fine qualcuno ce l’ha fatta”.

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2 Commenti

  1. Per la redazione :
    “Correva il 1998 quando le guide valdostane Edmond Joyeusaz e Marco Barmasse hanno attaccato gli sci dai 7000 metri del K2…
    Qualche anno dopo i valdostani, nel 1991, tocca all’altoatesino Hans Kammerlander tentare la realizzazione…”

    Al limite sarà qualche anno prima !

    1. Ciao Zeno, grazie per la segnalazione. In realtà per una svista ho errato l’anno che era 2001 e non 1991.

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