ArrampicataStoria dell'alpinismo

L’arrampicata tra allenamento e preparazione mentale di Stefano Ghisolfi

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Foto: Stefano Ghisolfi

È stato in Spagna fino a due settimane fa per provare “perfecto mundo”, una via di 9b+. Sono infatti questi i gradi che affascinano Stefano Ghisolfi. Climber torinese naturalizzato trentino, dove vive con la compagna Sara. Abitano ad Arco e non poteva essere diversamente.

Stefano, classe 1993, è una delle certezze dell’arrampicata italiana. Dal 2013 al 2016 vincitore del Melloblocco e miglior italiano nella Coppa del mondo lead, con risultati sempre in crescita, si è piazzato al secondo posto della classifica generale 2017.

La vera passione è però nella roccia delle falesie dove ha toccato l’8a a vista e il 9b su lavorato.

 

Quando hai fatto la tua prima arrampicata?

È stata in Valle d’Aosta dopo una gara di mountain bike. Avevo undici anni e degli amici mi han proposto di andare con loro a provare. Siamo andati su una parete artificiale sopra a una diga.

Quella volta mi è piaciuto e ho pensato che avrei voluto provare a fare questo sport. Così poi con mia sorella siamo andati  a cercare un corso di arrampicata a Torino dove abbiamo potuto muovere i primi passi. Era la palestra SASP.

Gara di mountain bike?

Si, sono andato in bici fin da piccolo, dai 6 anni, e poi ho iniziato a fare gare. Papà era un istruttore, ho iniziato grazie a lui.

Quindi l’arrampicata non è una passione di famiglia?

Lo è diventata con il tempo perché ora sia io che mia sorella arrampichiamo. Facciamo entrambi parte del gruppo sportivo Fiamme Oro. Mia madre e mio padre però non hanno mai arrampicato.

 

Cosa significa far parte del Gruppo Sportivo?

È un aiuto perché ti permette di vivere grazie all’arrampicata, cosa che altrimenti sarebbe impossibile per noi climber.

Quanto ti alleni per le gare o per affrontare una via difficile?

Io ho un allenatore di Firenze che mi dà indicazioni e mi prepara la scheda degli allenamenti da eseguire. Solitamente faccio sei giorni di allenamento la settimana, con anche due allenamenti al giorno.
Poi c’è la preparazione mentale che è molto importante, ma che faccio sul campo cercando di non ripetere gli stessi errori due volte.

Ti alleni per arrampicare mentre oggi molti si allenano arrampicando…

Io ho cominciato indoor e ho potuto iniziare solo così perché i miei genitori, non arrampicando, non potevano portarmi su roccia. In realtà poi il fatto che sempre più persone inizino ad arrampicare è bello. Mi piacerebbe però che tutti, almeno una volta nella vita provassero la roccia. È una realtà che lascia sensazioni completamente diverse da quelle dell’indoor.
Chi invece vuole praticare l’arrampicata come attività fitness al posto della palestra può farlo senza problemi. Credo comunque che l’occasione di andare su roccia non sia da perdere.

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