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Kanchenjunga: nessun altro tentativo, Confortola torna a casa

Nulla da fare per Marco Confortola che ha deciso di tornare a casa. La breve finestra di bel tempo si è chiusa ed il meteo non promette nulla per i prossimi giorni, che saranno caratterizzati da abbondante neve. Nessun altro tentativo quindi per l’alpinista, che lo scorso 16 maggio durante il suo tentativo di vetta aveva rinunciato a 8000 metri a causa del freddo intenso, soprattutto ai piedi che, dopo le amputazioni subite a seguito del K2, sono molto delicati.

Sono sereno per la scelta che ho preso – ha fatto sapere Marco -. Ho sentito che quello non era il mio momento. In poco tempo, cambio di obiettivo: scendere e non più salire. Avevo troppo freddo per poter continuare e la salita di una montagna la si deve gustare, oltre alla fatica non devi smettere di provare attrazione per essa. Quando invece le tue sensazioni ed emozioni sono altre e non sempre positive allora quello è il momento giusto per cambiare direzione agli scarponi. È difficile a volte prendere delle decisioni drastiche ma se lo si fa con la chiarezza e la sicurezza che sia la cosa giusta, è pace sia per il cuore che per la testa.  Non ho vacillato, ero sereno, sono sereno. Le montagne restano, le persone no”.

Tutti gli alpinisti che hanno provato a raggiungere la cima senza ossigeno supplementare sono dovuti tornare indietro, le vette registrate sono quelle di alpinisti che hanno fatto uso delle bombole e quindi soggetti meno al freddo e più veloci nella progressione.

Un soccorso si è dovuto registrare sulla montagna con uno scalatore iraniano in difficoltà evacuato in parete ed elitrasportato in ospedale a Kathmandu. Da quel che riferisce Confortola, all’alpinista dovranno essere amputate le dita dei piedi a causa di congelamenti importanti.

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