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Simone Moro torna sulle Orobie: traversata di 4 giorni tra le montagne di casa

18 anni fa, tra il 12 ed il 24 settembre del 2000, Simone Moro e Mario Curnis attraversarono integralmente per la prima volta tutta la catena delle Alpi Orobie, lungo le creste che dividono le province di Bergamo, Brescia, Sondrio e Lecco.

Partiti dal Passo del Vivione, arrivarono ai Piani di Bobbio salendo oltre 100 cime con 200 chilometri percorsi per un dislivello totale di oltre 20mila metri tra il monte Venerocolo, Gleno, Torena, Diavolo della Malgina, Coca, Porola, Scais, Curò, Redorta, Soliva, Diavolo di Tenda, Corno Stella, Toro, Fiorano, Verrobbio, Ponteranica, Tre Signori e Camisolo.

All’epoca l’alpinista bergamasco aveva 32 anni ed oggi, a 18 anni da quell’impresa, Moro ha dato vita ad una traversata di 4 giorni sulle stesse montagne che divise con Curnis.

Come racconta in un lungo post su Facebook, l’alpinista assieme all’amico Alessandro Gherardi detto Geko, ha dato vita ad un «viaggio sci alpinistico forse poco ordinario tra le montagne di casa» dal 25 marzo al 28 marzo. Un viaggio già battezzato come «la traversata dell’amicizia», che ha toccato nella prima tappa il Pizzo Tre Signori, la cresta e la vetta del Mut de Sura ed il Pizzo Tri Omegn, per poi approdare al Rifugio San Marco. 

La seconda tappa ha visto invece i due amici passare per la Cima di Lemma, la Bocchetta dei Lupi ed il Passo Dordona; mentre il terzo giorno, partiti da Foppolo e passati per il Bivacco Pedrinelli ed il Monte Masoni, li ha visti arrivare alla baita di Cigola per il pernottamento.

L’ultimo giorno invece attraverso il Passo Forcellino, la Val Vedello e la Diga di Scais sono giunti al Rifugio Mambretti.

Una traversata che ha previsto dai «2500 ai 3000 metri di dislivello al giorno, con almeno quattro o cinque salite e cambi pelle per ogni tappa, e tanta gioia e serenità nel cuore». Il percorso, come spiega Moro, riprende «a modo nostro la traccia e l’idea di Angelo Gherardi, papà di Alessandro detto Geko, che nel 1971 realizzò la prima traversata sci alpinistica delle Orobie».

Moro, impegnato in questo periodo negli incontri e nella attività seguenti la spedizione in Siberia, ha potuto dedicare a questa traversata solo 4 giorni, ma vien da pensare – visto l’entusiasmo – che se avesse potuto i giorni da 4 sarebbero diventati molti di più. D’altronde, come ha scritto l’alpinista, non c’è niente di più bello «di “esplorare” e toccare con mano le potenzialità e la pace delle nostre montagne». 

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