Montagna.TV

Confortola, parte domani la spedizione al Kangchenjunga: “La scelta un discorso matematico”

L’alpinista valtellinese Marco Confortola è in partenza per il suo undicesimo Ottomila, il Kangchenjunga. Domani, 2 aprile, volerà quindi verso Kathmandu, da cui poi inizierà il lungo avvicinamento alla terza montagna della terra. Abbiamo approfittato di questi frenetici giorni pre-partenza per fargli qualche domanda.

La scelta del Kangchenjunga deriva da un discorso matematico. Dopo aver salito già dieci Ottomila diciamo che avrei preferito terminare la mia corsa in Nepal perché è uno Stato in cui può fare anche festa. Alla fine però, ragionando, ho pensato che fosse meglio cercare di portare a casa il Kangchenjunga. Ci avevo già provato nel 2014 quando, a cento metri dalla vetta, sono stato costretto a rinunciare a causa di un problema tecnico al piede sinistro. Avevo iniziato a zoppicare e ho preferito rientrare. Quando rientrai fui poi soggetto ad una nuova amputazione.”

 

Ci racconti qualcosa sulla montagna?

Il Kangche ha un avvicinamento articolato e lungo. La vera sfida sarà però salire la montagna, che è la terza della terra con i suoi 8586 metri e pensare di salirla senza ossigeno è dura. Nel tempo ho imparato che chi sale con l’ossigeno è agevolato, soprattutto a quelle quote.

Come mai?

Perché è tutto più rapido. Io, ad esempio, per acclimatarmi al Dhaulagiri ho dovuto fare su e giù molte volte. Con l’ossigeno è diverso.

La stessa cosa che ho fatto sul Dhaulagiri dovrò farla al Kangchenjunga, dove fondamentale sarà avere una buona acclimatazione soprattutto per il giorno di vetta, quello più impegnativo dato che l’ultimo campo, il terzo, è veramente basso. Si trova a soli 7300 metri di quota e questo vuol dire dover salire per oltre 1600 metri il giorno di vetta.

Hai seguito un allenamento particolare per questa nuova sfida?

È stata una preparazione molto intensa, ho quasi raddoppiato l’allenamento. Ma non c’è stata solo la parte fisica. Ho dovuto organizzare la spedizione, preparare i materiali e occuparmi della logistica. Non bisogna lasciare nulla al caso se si vuole portare a casa l’obiettivo.  

Questa spedizione arriva a dieci anni dal K2…

È un anniversario molto particolare, sia per il ricordo di quanto accaduto dieci anni fa. Sia perché quest’anno ritroverò due cari amici Wilco Van Roojien e Cas Van De Gevel con cui arrivai in vetta al K2 nel 2008. Sarà bello ritrovarsi, sarà una bella spedizione.

Exit mobile version