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Ministri e montagna al Cimone
MODENA — Il ministro degli Esteri e il ministro dell’economia: ovvero una parte importante del governo guarda con attenzione alla montagna e alla sua realtà, determinante per lo sviluppo italiano. Lo hanno detto Franco Frattini e Giulio Tremonti al “Criterium sulla Neve”, la due giorni di dibattiti sulla montagna che si è tenuta a Sestola , sull’Appennino modenese dal 29 al 31 gennaio scorso.
La montagna con i suoi problemi e soprattutto con le sue potenzialità è stato il nocciolo del convegno organizzato dal Collegio nazionale dei maestri di sci e dal consorzio del Cimone. Presenti diversi parlamentari, fra cui Manuela di Centa, esperti e uomini di montagna.
Una montagna italiana che, a discapito delle previsioni e della crisi economica è riuscita a tenere il passo, soprattutto grazie al settore turistico. Certo sono cambiati gusti ed esigenze, tempi e modalità di fruizione. Ma stando ai dati, il calo di presenze nel 2009 è stato contenuto al 3,1 per cento, rispetto a flessione che sui mercati europei si aggira intorno al 15 per cento.
Insomma, la montagna italiana piace ancora. Ed è una fetta importante dell’economia italiana, come ha sottolineato il presidente del Comitato Evk2cnr Agostino Da Polenza.Certo i problemi non sono risolti del tutto. La montagna ha bisogno di interventi e di politiche di sviluppo che sono allo studio di governo e parlamento ha detto il presidente del Gruppo parlamentare Amici della montagna Erminio Quartiani:
La montagna è una risorsa importante su cui interi paesi, come Svizzera e Austria, fondano la base della loro economia. Servono politiche di promozione dello sviluppo turistico a partire dai mezzi a disposizione ha precisato il ministro degli Esteri Frattini.
La montagna e il turismo sono asset d’impresa che non sono delocalizzabili. Pertanto il governo italiano punterà a valorizzare e incentivare questi settori che oltre ad essere un’opportunità per l’Italia sono diventati una necessità per il concreto sviluppo della nostra economia. E mentre il ministro del turismo Michela Brambilla prepara un intervento da 118 milioni di euro per sostenere le eccellenze della montagna italiana, il Comitato Evk2Cnr da vent’anni, attraverso i suoi laboratori in alta quota studia l’ambiente montano.
Il laboratorio “Ottavio Vittori” al Monte Cimone è un’importante stazione di ricerca dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del Cnr. La sua posizione a 2135 metri d’altezza ne fanno un osservatorio privilegiato per lo studio del clima e delle caratteristiche chimico-fisiche della bassa atmosfera.
Raggiungibile attraverso un trenino incassato nella montagna, il laboratorio ospita scienziati e ricercatori. Il responsabile della stazione è Paolo Bonasoni che insieme al colonnello Fabio Malaspina dell’Aeronautica militare coordina le ricerche scientifiche della stazione.
Il laboratorio del Monte Cimone fa parte della Rete Share (Stations at High Altitude for research on Environment) del Comitato Evk2Cnr. Si tratta di una rete mondiale di stazioni di monitoraggio climatico e ambientale che forniscono dati alle Nazioni Unite, Wmo, Nasa, Esa e Iucn. La rete è supportata a livello internazionale dal Ministero degli affari Esteri e da quello dell’Ambiente.
Il laboratorio del Monte Cimone fa parte della Rete Share (Stations at High Altitude for research on Environment) del Comitato Evk2Cnr. Si tratta di una rete mondiale di stazioni di monitoraggio climatico e ambientale che forniscono dati alle Nazioni Unite, Wmo, Nasa, Esa e Iucn. La rete è supportata a livello internazionale dal Ministero degli affari Esteri e da quello dell’Ambiente.
La rete Share è già diffusa su 3 continenti – Asia, Africa, Europa – e conta al momento 13 stazioni d’alta quota in Nepal, Pakistan, Uganda ed Italia. La punta di diamante è la sofisticata stazione NCO-P installata nel 2006 dal Comitato EvK2Cnr a 5.079 metri di quota, nei pressi del Laboratorio Piramide sull’Everest e che opera, tra l’altro, nell’ambito del Progetto ABC di Unep che studia la nube marrone di inquinanti che infesta i cieli asiatici e perturba il clima. Dai prossimi mesi, la rete si allargherà ulteriormente con stazioni in Bolivia, India, Caucaso, Nord Africa e con numerosi siti anche sulla nostra penisola. Il Cimone è parte di questa rete.