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Gustav Thoeni e le Fiamme Gialle sulla questione austriaca: i nostri atleti non vogliono cambiare

L’Austria vuole aprire le porte agli atleti altoatesini di lingua tedesca o ladina. Una proposta che non suona affatto nuova e che riapre la ferita della Grande Guerra riportandoci indietro di quasi un secolo. Infondo i nazionalismi ultimamente tornano a dilagare donando al nostro Paese un clima che non sa affatto di 2017.

Una decisione, quella del neonato governo austriaco, che ha fomentato gli animi politici di mezza Europa, a partire dal presidente dell’europarlamento Antonio Tajani che afferma con sicurezza “l’Europa ha chiuso la stagione dei nazionalismi” e al suo fianco anche il segretario degli esteri Della Vedova che ritiene la proposta austriaca una promessa con “il carisma del pugno di ferro etnonazionalista”.

Le voci politiche si stanno quindi scontrando, a forza di ideologie, spesso senza quasi considerare quello che è il volere degli atleti che in questi giorni si trovano a subire tutte le pressioni del caso tanto da non voler esprimere un giudizio. “Siamo atleti, pensiamo a gareggiare e ad andare veloci” ci ha risposto Christof Innerhofer e a ruota ci è arrivata anche la risposta dell’ex sciatrice Isolde Kostner che non capisce perché si sommergano gli sportivi di domande quando si tratta di una questione meramente politica. Di tutt’altro avviso pare invece essere sua cugina, la pattinatrice Carolina, che prende pubblicamente le distanze dall’opportunità offertale dagli austriaci. “Austria bellissima” dichiara “ma io sono onorata di essere italiana”.

Solo l’ex sciatore Gustav Thoeni non si fa molti problemi e, simpaticamente al telefono, spiega che “non ho mai avuto incertezze. Ho sempre corso per l’Italia e non cambierò di certo squadra. Per ora quelle austriache sono solo parole, nulla di concreto. Si vedrà con il tempo, ma non credo che i nostri ragazzi cambieranno. Nei gruppi sportivi militari si sta bene. L’Austria poi è un ambiente difficile, soprattutto per gli sciatori. C’è molta concorrenza, anche laggiù ci sono atleti forti”.

E come l’ormai ex sciatore delle Fiamme Gialle anche il colonnello Vincenzo Parrinello, comandante del gruppo polisportivo Fiamme Gialle, dichiara senza problemi che “non mi pare la proposta sia stata accolta con favore dagli atleti italiani. È come quando ero ragazzino, si vedeva una bella ragazza e si diceva ‘con quella mi fidanzerei’ però, se lei non lo sa la cosa non funziona” ride il colonnello che, con questo esempio semplice e simpatico fa intendere molto chiaramente la sua idea a riguardo. “Loro possono anche aspirare a prendere gli atleti altoatesini, ma ci deve essere dall’altra parte una corrispettiva adesione che, ripeto, non c’è stata” aggiunge ancora.

Cosa accadrebbe però se alcuni degli atleti di punta decidessero di andare a gareggiare con l’Austria? “Per noi non ci sarebbe alcuna perdita” spiega. “È già capitato in passato che alcuni atleti decidessero di lasciare il corpo per altri gruppi sportivi e questo non ha minimamente inciso sul nostro percorso. Siamo un gruppo sportivo con oltre cento anni di storia, la presenza o meno di un atleta di qualsivoglia levatura sportiva non credo possa deviare questa tradizione”. Aggiunge ancora prima di concludere spiegando che “è legittimo che si parli di quest’argomento e che si facciano queste proposte, ma il discorso andrebbe fatto principalmente da un punto di vista giuridico e legislativo, per capire cosa si può fare e cosa no. Quindi andrebbe anche valutata la volontà delle persone che è imprescindibile”.

 

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Un commento

  1. Sciolta l’Unione Sovietica, parecchi sciatori che nella squadra nazionale spropositata erano esclusi , entrarono nel circuito come atleti delle nazioni .Non conviene agli atleti di squadra Italiana, come non conviene a Dario Cologna, sciatore di fondo, rinunciare alla squadra Svizzera per optare per quella Italiana, pur avendo doppia nazionalita’

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