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La rivoluzione di Urubko: l’inverno himalayano inizia l’1 dicembre e finisce il 28 febbraio

Eccolo Denis Urubko, in prossima partenza per il K2. Su Desnivel, seguitissima rivista spagnola, dice cose interessanti (se scrivessi “forti” i miei “estimatori” mi accuserebbero di faziosità).

La principale riguarda l’inizio e la fine dell’inverno, che per lui sono il 1° dicembre e il 28 febbraio. Qualsiasi vetta raggiunta in questo intervallo è un’invenale.

Un tema di cui abbiamo dibattuto anche su questo sito, l’occasione era stata, come cita anche Urubko, il tentativo effettuato lo scorso anno – e in ripetizione probabilmente quest’anno – di Alex Txikon sull’Everest.

Secondo il basco, la sua sarebbe la prima salita invernale senza ossigeno, poiché quella effettuata da Ang Rita Sherpa il 22 dicembre 1987 non sarebbe perfettamente collocabile per intero in inverno considerando il solstizio di quell’anno (per un approfondimento qui). Della stessa opinione i rigoristi e gli amanti delle regole (che però non le amano quando sono sfavorevoli a loro).

Secondo invece Urubko, il nepalese Ang Rita, avendo raggiunto la vetta del Tetto del Mondo il 22 dicembre 1987, pur essendo partito dal campo base prima dell’inizio del 21 dicembre, è detentore del record invernale.

La disputa ha riguardato anche due giovani forti alpinisti e la prima invernale dello Shisha Pagma, che Jean Christofe Lafaille realizzò l’11 dicembre 2004, quindi valida per il datario stagionale di Urubko, ma allora contestata con una certa veemenza da parte del giovane Simone Moro, il quale con Piotr Morawski il 14 gennaio 2005 raggiungeva, in pieno inverno, la vetta del più piccolo degli ottomila. Per inciso Jean Christofe Lafaille si guadagnò per quella salita la nomina al Piolet d’Or, con una giuria presieduta da Krysztof Wielicki, capo della prossima spedizione polacca invernale per la prima al K2.

Sempre secondo il calendario Urubko escono invece dal record di prima invernale le salite del Broad Peak (effettuata dai polacchi Maciej Berbeka, Adam Bielecki, Tomasz Kowalski e Artur Malek) e anche del Gasherbrum I (cordata composta da Adam Bielecki e Janusz Gołąb) perché effettuate il 5 e il 9 marzo. Sarà contento il compagno di spedizione al K2 Bielecki!

Una rivoluzione copernicana del calendario invernale alpinistico.

Mi direte, ma che c’importa? Noi in montagna ci andiamo per gusto nostro e di classifiche non vogliamo proprio parlare. Avete ragione. Anche Urubko in fin dei conti la pensa così, affermando che le opzioni sono aperte e che anche lui crede che sarebbe meglio sia iniziare, che scendere dalla montagna dentro le canoniche date dell’inverno.

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