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30 anni fa Jerzy Kukuczka conquistava il suo ultimo 8.000 – di Mario Corradini

Jerzy Kukuczka sulla vetta dello Shisha Pangma @ foto archivio Kukuczka

Testo di Mario Corradini

Il 18 settembre ricorre il trentesimo anniversario della conquista dei 14 ottomila da parte di Jerzy Kukuczka, il polacco che dopo Reinhold Messner ha completato la Corona dell’Himalaya.

In soli otto anni Kukuczka salì tutti gli Ottomila della Terra rispettando le regole di un gioco che ancora oggi è poco conosciuto e compreso. Un confronto che gli impose di salire quelle vette con umiltà e il rispetto di non rincorrere una triste collezione di vie normali, ma aprendo ben sette vie nuove e quattro salite invernali, scalando queste montagne con pochi mezzi primitivi, affrontando bivacchi di fortuna oltre la zona della morte. Messner gli scrisse: “Non sei stato il secondo, sei stato un grande”. Jerzy è stato davvero un grande, nelle sue scalate e anche nella vita. Era grande nel carattere. Era grande nel suo pacato modo di parlare e di presentarsi alle persone. Kukuczka dichiarava: “Non mi basta far parte di una spedizione, non mi interessa calpestare vecchie tracce ben battute. Se vado sotto una montagna lo faccio con lo scopo preciso di scalare quella montagna cercando qualcosa di nuovo; ciò che mi attira da sempre è l’ignoto”.

Il 18 settembre 1987 Jerzy era in vetta allo Shisha Pangma, assieme al suo connazionale Artur Haizer. Aveva in questo modo terminato la scalata ai 14 ottomila. Ma lo Shisha Pangma non chiudeva però la sua carriera alpinistica. Kukuczka morì nel 1989 a pochi metri dalla vetta del Lhotse, durante il tentativo della diretta per la grande e difficile parete Sud.

Per questo trentesimo il figlio Wojtek lo ricorda con un incontro tra amici e alpinisti presso il Club Namastè di Katowice e con la stampa di un piccolo album fotografico. Verrà ricordato anche a Istebna, sui monti Beskidi, dove si trova la sua casa di montagna – e ora residenza della moglie Cecylia – e dove è stato allestito il piccolo museo Izba Pamieci Jerzego Kukuczki. Sempre per questo anniversario, il museo di Istebna si è arricchito di una preziosa opera d’arte del pittore-poeta Paride Franceschini: un ritratto di Jerzy su legno, eseguito con il pantografo.

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