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Ancora polemica su slackline in quota. Il CNSAS: “Sempre da segnalare”

Ritorna ancora la polemica su slackline o highline tese in quota, ad altezza volo di elicottero. Un’insidia molto poco visibile e potenzialmente molto pericolosa per gli elicotteristi del soccorso alpino, dei vigili del fuoco e dei carabinieri che chiedono, giustamente, che queste vengano sempre segnalate prima di essere posizionate. 

Il fatto è ritornato a galla dopo che al Soccorso Alpino bellunese sono giunte delle segnalazioni di slackline al Passo Pordoi sulla cresta di confine tra Trentino e Belluno. 

Il delegato del CNSAS bellunese Alex Barattin ha detto: “Lunedì è arrivata una segnalazione di una slackline o highline al Sass Pordoi. Stamattina, però, non è stato trovato niente. Probabilmente è stata tolta. Invece ne è stata individuata una più piccola sul Sass Becè. Essa sarà oggetto di sopralluogo per verificare se deve essere smantellata oppure no”.  

Ha ricordato ancora Barattin: “Chi pratica questo sport  deve notificare al Comune di riferimento la volontà di installare la linea e sarà poi il Comune a dare l’autorizzazione. Ma è in ogni caso necessario che le persone che installano la slackline (così come quelle che fanno base jumping o si gettano con le tute alari) comunichino la cosa a tutte le centrali operative: soccorso alpino, vigili del fuoco, carabinieri”

Bisogna quindi segnalare in Comune il luogo, il giorno e l’ora dell’installazione. Una misura di sicurezza non solo per chi vola ma anche per gli slackliner stessi in modo che, in caso di incidente, possano essere individuati subito. Inoltre la linea deve essere segnalata con bollini rossi e fettucce colorate.

“In questa stagione – ha ricordato Barattin – l’affluenza sulle montagne è massima e massimo è anche il numero degli interventi dei mezzi di soccorso. Sulle Tre Cime l’elicottero vola 100-120 volte e quindi vanno eliminati tutti gli ostacoli e i rischi per il volo. Ci sono dei luoghi dove è possibile installare le slackline e altri in cui non si può”.

Episodi simili erano avvenuti già quest’inverno e in quell’occasione gli animi si erano scaldati. La regione Veneto già a gennaio aveva minacciato di vietare la slackline in seguito ad alcuni incontri ravvicinati tra elicotteri e linee. In quell’occasione Montagna.tv aveva contatto uno slackliner (aveva preferito rimanere anonimo) che aveva cercato di placare il polverone che si era alzato quest’inverno. “Purtroppo è uno sport che sta prendendo sempre più campo e ci vorrebbe una regolamentazione adeguata per la sicurezza di tutti, ma il pugno duro che sta avendo la regione veneta è eccessivo, bisognerebbe che slackliner, provincia e soccorritori si sedessero ad un tavolo a discuterne così da poter trovare una linea guida per tutti, che possa far vivere tutti più sereni”.

Sull’episodio era intervenuto anche Mauro Corona con un post su Facebook: “Proibire ai giovani di esercitare i loro sport è l’ultima spiaggia di chi non ha idee, di conseguenza soluzioni. Va da sé che le slackline vanno opportunamente segnalate, ma vietarle è una scelta che sa quasi di piccole, rancorose vendette. Già ci sono pochi giovani che fanno sport, almeno aiutiamoli, incentiviamoli senza umiliarli con divieti”.

 

Foto in alto @Cordadoppia

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