Alpinismo

Annapurna, si fa dura per la coreana

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KATHMANDU, Nepal — Nevica così forte, al campo base dell’Annapurna, che le tende hanno iniziato a crollare sotto il peso della neve. L’insidiosa parete Nord, facile alle valanghe, è disseminata di enormi e minacciosi accumuli. La situazione si fa grigia, insomma, per la coreana Oh Eun Sun, convinta di poter agguantare, quest’autunno, il suo 14esimo ottomila.

Poche settimane fa Miss Oh progettava già che cosa fare dopo essere diventata la prima donna ad aver scalato i 14 ottomila. Scrivere libri, continuare a scalare, dare lezioni d’alpinismo ai giovani. Ma stava facendo i conti senza l’oste. Tra lei e il primato, infatti, c’era di mezzo l’Annapurna. Un ottomila non dei più alti, "solo" 8.091 metri, ma il più insidioso e pericoloso do tutti. I suoi pendii sono particolarmente inclini alle valanghe e al crollo di seraccate: la sua vetta è stata toccata, nella storia, da poco più di 150 scalatori, e quasi la metà sono morti in salita, prima ancora di toccarla.

Forse è per questo che i coreani, cercando le più alte garanzie di successo, sono partiti con uno squadrone pronto a tutto. Quando Miss Oh è arrivata al base, intorno al 20 settembre, laggiù c’erano già sherpa e alpinisti che stavano preparando la via di salita. Ma tutto questo non è bastato. Valanghe e maltempo stanno compromettendo l’esito della spedizione.

"La neve cade fortissima – ha fatto sapere il team coreano -. Kim Jae Soo ha dovuto rimandare il trekking di ritorno perchè al momento non si riesce nemmeno a lasciare il campo base. L’intera montagna è circondata da nubi nere".

Miss Oh ha deciso di restare al campo e tentare la salita con Kim Chang-Ho, Kim Sung-Ho e Kim Hong-Bin. I loro piani, però, sono in sospeso fino ad una schiarita: solo allora decideranno se chiudere la spedizione o riprovare la vetta. Ma quest’ultima possibilità sembra diventare sempre più remota: le nevicate stanno rendendo la parete impraticabile e troppo pericolosa.

Sara Sottocornola

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