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Tre imputati per omicidio colposo nel processo per la morte del giovane climber Tito Claudio Traversa

È iniziato ieri, presso il Tribunale di Torino, il processo per la morte di Tito Claudio Traversa, 12enne promessa dell’arrampicata, morto precipitando in falesia a Orpierre, in Francia, il 5 luglio 2013.

Secondo la ricostruzione del PM Massimo La Rosa, il ragazzo cadde da un’altezza di 20 metri a causa di un difetto nel montaggio (ad opera di qualcuno, probabilmente della ragazza che ha prestato l’attrezzatura a Tito) degli agganci di sicurezza: le fettucce dei rinvii erano state infatti fatte passare fuori dal moschettone nei soli gommini blocca-fettuccia, invece di essere inserite prima all’interno dei moschettoni stessi. Dopo il volo, Tito fu portato all’ospedale in coma; il decesso avvenne due giorni dopo.

Imputati per omicidio colposo sono il legale rappresentante della società sportiva che aveva organizzato l’escursione, l’istruttore-accompagnatore e il responsabile della ditta produttrice dei rinvii per un’eventuale responsabilità legata al non aver allegato al materiale in vendita adeguate istruzione per un uso corretto.

Le indagini della Procura di Torino erano iniziate dopo la denuncia del padre Giovanni Traversa.

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