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La Regione Veneto dura contro la chiusura dei passi dolomitici

“Nessuno ha la facoltà di bloccare unilateralmente una strada pubblica perché, come ha più volte ricordato anche il presidente Luca Zaia intervenendo sull’ipotesi della chiusura dei passi dolomitici, verrebbe calpestato un diritto sacrosanto garantito dalla nostra Costituzione, cioè quello alla mobilità. Ci attiveremo immediatamente con il ministro dei trasporti Graziano Delrio per impedire questo sopruso che provocherebbe un grave danno all’economia turistica”.

Così l’assessore al Turismo della Regione del Veneto, Federico Caner, sull’iniziativa dei “Green Days”, promossa unicamente dalle Province di Trento e Bolzano, che prevede la chiusura al traffico dei valichi in alcune fasce orarie di alcune giornate dei prossimi mesi di luglio e agosto per i mezzi di trasporto non elettrici. Soluzione che si era prospettata dopo che la scorsa stagione si erano alzate diverse voci in merito all’inquinamento sonoro e dell’aria legato all’intenso traffico del periodo estivo (1,2 milioni i veicoli che ogni anno transitano su queste strade e secondo i dati emersi dai controlli effettuati fra il 5 e il 31 agosto scorsi, fra i passi dolomitici di Val Gardena, Val Badia e Val di Fassa, sono circolati 2.300 veicoli al giorno. Tre quarti del traffico è concentrato sui Passi Gardena e Sella). Un’iniziativa che aveva anche riscontrato il parere positivo anche dei lettori di Montagna.tv, che avevano risposto in tanti al sondaggio che avevamo proposto sul tema.

“Una sollevazione (quella degli operatori turistici. ndr) più che comprensibile e condivisibile, già oggi ma soprattutto nell’ipotesi di chiusura anche di altri passi che coinvolgano ancor più il territorio veneto – prosegue Caner -. Difenderemo in tutte le sedi i diritti dei nostri cittadini e imprenditori, con il governatore Zaia che chiederà al ministro dei trasporti un immediato ripensamento di questa iniziativa. Noi vogliamo difendere per esteso quel diritto alla ‘continuità territoriale’ – conclude Caner – inteso come garanzia di uguaglianza sostanziale dei cittadini indipendentemente dalla loro collocazione geografica. Non dimenticando, poi, che la privazione della libertà di movimento è quanto di peggio possa essere abbinato a una realtà turistica. E noi non siamo disposti a veder distruggere un’economia vitale per la nostra montagna”. 

 

(Foto @ ANSA)

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