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CAI sulla Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile: riconoscere la specificità della montagna

Al Ministero dell’Ambiente si è svolto un incontro con la società civile sulla Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, illustrata dal Ministro Gian Luca Galletti e dal Direttore Generale Francesco La Camera. Per il Club alpino italiano è intervenuto il Vicepresidente generale Erminio Quartiani.

La Strategia deve dare attuazione all’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e sarà approvata dal Consiglio dei Ministri a metà aprile, per essere poi presentata all’ONU il prossimo luglio. Suoi obiettivi sono porre le basi per uno sviluppo economico circolare, più efficiente nell’uso delle risorse, a basse emissioni di CO2, resiliente ai cambiamenti climatici, in grado di ridurre i costi sociali, ambientali e le diseguaglianze che lo sviluppo tradizionale porta con sé. E’ articolata in cinque aree tematiche, denominate 5 P: Persone, Pianeta, Prosperità, Pace e Partnership. Sovraordinata ad altre Strategie come quella energetica, la Strategia per lo Sviluppo Sostenibile è volta al raggiungimento degli obiettivi generali di lotta alla povertà e a dare risposte alle sfide ambientali valorizzando il capitale naturale nei processi economici. Ha come scopo anche lo sviluppo di Paesaggi sostenibili e resilienti ai cambiamenti climatici.

La sua attuazione sarà partecipata anche da Associazioni ambientaliste come il CAI, imprenditoriali, culturali, da Enti universitari, di ricerca e da Istituzioni nazionali e locali. Nel suo intervento il Vicepresidente Quartiani ha rilevato che al momento la Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile risulta debole e lacunosa per quanto riguarda lo sviluppo e l’ambiente delle aree montane. Ha perciò proposto di inserire l’introduzione di una precisa definizione scientifica e legale di “montanità” come condizione per utilizzare le risorse disponibili verso uno sviluppo rispettoso delle popolazioni e dell’ambiente montani.  “Non c’è sviluppo sostenibile senza valorizzare il ruolo di presidio della presenza umana nelle terre alte. In futuro una strategia di sviluppo sostenibile nelle terre alte dovrà soprattutto coniugarsi con la programmazione delle risorse date dalle disponibilità di lavoro e di impresa giovanile e dai nuovi migranti”, ha affermato Quartiani. “Occorre perseguire il benessere delle popolazioni montane spostando risorse da altri settori in favore delle terre alte. E’ necessario poi prendere atto dei nuovi limiti che gli stessi cambiamenti climatici pongono a uno sviluppo tradizionale come quello, ad esempio, dell’industria della neve. La montagna diventa un terreno importante per la realizzazione della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile solo riconoscendone a tutti i livelli la specificità: può e deve essere un terreno prioritario per le politiche di coesione sociale e territoriale”.

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