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La sveglia anticipata dell’orso Francesco

48 giorni per il periodo di letargo è veramente molto poco ma, a causa del quanto meno bizzarro inverno di quest’anno, tanto è durato il riposo dell’orso Francesco sulle Alpi Carniche. 17 gradi e neve sciolta sono segnali di un clima troppo mite perché l’animale continuasse a dormire e, percependo le condizioni primaverili, è uscito dal suo letargo. Anche se la primavera deve ancora arrivare e quella che c’è stata era solo una parentesi anomale, una falsa primavera.

Francesco aveva anche tardato ad addormentarsi nella tua tana: gli orsi italiani vanno in letargo a Novembre mentre quest’anno il suo riposo è iniziato solo il 31 dicembre, con la caduta della prima neve. Stefano Filacorda, ricercatore dell’Università di Udine e “amico” di Francesco, che segue lungo tutti i suoi spostamenti grazie ad un radio-collare, spiega: “Per tutto dicembre le temperature sono state alte e non c’era neve, quindi ha sempre trovato i semi del faggio, uno dei componenti della sua dieta, ha fatto scorta di grasso e al primo freddo si è addormentato. Gennaio è stato il più freddo degli ultimi 30 anni e lui ha dormito tranquillo, ma la settimana scorsa (due settimane fa, n.d.r.) a quota 1300-1500 metri faceva più caldo che a fondovalle e un’inversione termica lo ha svegliato. L’orso – precisa comunque il ricercatore – non sente il grande caldo, si sveglia perché la neve si scioglie e dentro la tana aumenta l’umidità. È il bagnato dentro la grotta a svegliare il plantigrado. Un fenomeno coinciso con i 17 gradi registrati mercoledì scorso”.

Dato che Francesco ora è sveglio, sarà necessario monitorare la situazione: spinto dal freddo, che arriverà non essendo ancora finito l’inverno, potrebbe essere costretto a scendere verso valle alla ricerca di cibo fino a quando la vera primavera non inizierà il suo corso. Infatti, anche senza neve, la natura non si è ancora risvegliata. Difficile stabilire quali conseguenze ci saranno di preciso. Sempre secondo Filacorda, gli sviluppi potrebbero dipendere anche da quanto ha mangiato prima di addormentarsi: è ipotizzabile che a dicembre abbia comunque trovato da mangiare grazie alle temperature miti, pertanto è possibile che torni a cercare cibo dove l’ha trovato l’ultima volta, prima del letargo, avendo perso comunque peso ed energie durante il suo, breve, sonno.

Piero Genovesi, responsabile Ispra della gestione nazionale della fauna, aggiunge: “Ormai il letargo breve è abbastanza frequente, anche in Trentino. Un fenomeno legato alla scarsità di neve. E questo inverno in particolare è stato un anno con pochissima neve. Francesco dovrà muoversi in un periodo in cui c’è meno cibo, per lui sarà un fattore di stress”.

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