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Eliski: verso un regolamento sulle linee di CIPRA come gli altri Paesi europei

Non si placano le polemiche sull’utilizzo dell’elicottero per scopi ludici e sportivi e per la salvaguardia dell’ambiente montano (argomento già discusso dopo la denuncia di Legambiente VdA): dopo l’interrogazione parlamentare di Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera dei Deputati, che in data 16 dicembre ha presentato un’Interrogazione Parlamentare per difendere le Alpi e promuovere un turismo responsabile, l’intenzione del Ministero dei Trasporti è di definire, di concerto con il ministero dell’Ambiente e gli Enti territoriali coinvolti, “un rigido sistema regolatorio per l’eliski in linea con quanto indicato dalla Commissione Internazionale per la Protezione delle Api (CIPRA) e con quanto già posto in essere dagli altri Paesi alpini europei”. Si tratta di “un passo avanti, importante per vietare o limitare fortemente l’eliski anche in Italia con  una regolamentazione stringente”, dice Realacci, commentando la risposta del ministero delle Infrastrutture.

“L’eliski è una pratica pericolosa per sciare fuoripista che utilizza l’elicottero come mezzo di risalita ed è considerata  «non adatta alle Alpi per ragioni ambientali» dalla Commissione internazionale per la protezione delle Alpi (CIPRA) e per questo vietata o limitata negli altri Paesi alpini europei. Il ministero delle Infrastrutture oggi rispondendo a una interrogazione presentata da me e dal collega Borghi, anche su sollecitazione di Beppe Leyduan, Carlo Alberto Pinelli, Mountain Wilderness e Cai, ha annunciato l’intenzione di definire, di concerto con il ministero dell’Ambiente e gli Enti territoriali coinvolti , un rigido sistema regolatorio per l’eliski in linea con quanto indicato dalla CIPRA e con quanto già posto in essere dagli altri paesi alpini europei. Il MIT condivide infatti la necessità di regolamentare con chiarezza e in modo uniforme su tutto il territorio nazionale l’utilizzo dell’eliski, vista la pericolosità di questa pratica per l’uomo e l’ambiente. Usare l’elicottero come mezzo di risalita crea infatti  il rischio del possibile distacco di valanghe causato dai rotori o dall’azione degli sciatori che, peraltro, non testano la compattezza della neve durante la salita ignorando così le condizioni dei pendii che si accingono a percorrere. L’eliski è poi fonte di un forte inquinamento acustico  che disturba la fauna alpina in un periodo dell’anno in  cui diverse specie sono già messe a dura prova dai rigori del clima. Per questi motivi l’eliski comincia ad essere vietato anche in alcuni comuni italiani. Il piccolo centro di Balme nelle valli di Lanzo (To), ad esempio, si è impegnato a inizio dicembre con una delibera a non autorizzare sul suo territorio la pratica dello sci con l’elicottero, né l’utilizzo di altri mezzi come quad, moto, fuoristrada e motoslitte.
Regolamentare in modo rigoroso questa pratica significa garantire maggiore sicurezza alle persone e permette di puntare su un turismo più sostenibile e sempre più attrattivo per il futuro”.

 

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