Alpinismo

Piolini: in Tibet tra mille difficoltà

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LHASA, Tibet — Dopo la lunga attesa per i visti, nuovi ostacoli si sono presentati sul cammino di Cristina Piolini e gli altri alpinisti diretti verso il versante nord dell’Everest. Questa mattina il gruppo è riuscito ad entrare in Tibet ma ieri sono stati fermati sulla strada da una violenta manifestazione di protesta che ha impedito loro il passaggio.

Il viaggio verso il Tibet era cominciato ieri mattina presto per la spedizione che vede in campo Cristina Piolini e altri 6 alpinisti pronti ad affrontare l’Everest dal versante nord. Una partenza già ritardata di alcuni giorni per via dei permessi che tardavano ad arrivare.
 
"Eravamo partiti con il pullman al mattino – racconta l’alpinista ossolana -, ma dopo solo due ore: sorpresa. Gli abitanti di un villaggio avevano bruciato un grande autobus per protesta e la strada era bloccata. Non si passava".
 
Due persone del villaggio infatti, erano state investite e uccise da un bus. E così la popolazione aveva di fatto preso in ostaggio il mezzo, datogli fuoco, e poi bloccato per protesta l’unica strada che porta in Cina.
 
"Avevano buttato tronchi e sassi per sbarrare la strada – continua la Piolini -. Abbiamo cercato di parlare con loro, di spiegare che ci dispiaceva ma che noi dovevamo passare per raggiungere Kodari, il paese al confine tra Nepal e Cina. Poi anche la guida e gli sherpa della spedizione degli spagnoli hanno tentato di persuaderli. Ma non c’è stato niente da fare. Allora siamo tornati indietro a Kathmandu".
 
Nel pomeriggio circolavano voci di un possibile passaggio in Tibet verso sera, ma alla fine gli alpinisti sono riusciti a lasciare il Nepal solo questa mattina. Ora il viaggio può finalmente continuare fino al campo base del versante nord dell’Everest. Salvo nuovi imprevisti, che a questo punto è lecito temere.
 
 
Valentina d’Angella
     

  

Foto courtesy of Cristina Piolini
Foto pullman courtesy of www.sanmarinoeverest.net

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