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14,7 milioni di USD per un resort commerciale ai piedi dell’Everest

Che il tetto del Mondo, la montagna che porta il nome dell’illustre geografo e cartografo del Survey of India, Sir George Everest, che ci lasciò definitivamente nel 1866, potesse far la fine di Sharm el-Sheikh, non era poi così scontato. Ma ormai la strada è tracciata, alla faccia del mio illustre “amico” Carlo Alberto Pinelli di Mountain Wilderness.

Certo i cinesi una volta che hanno azzannato il Tibet, non lo hanno più mollato: i denti si sono ben assestati nelle carni e nell’ossatura di quella regione montuosa, così vicina al cielo da rendere gli uomini particolarmente predisposti all’ascesi meditativa. Una bellezza travolgente fatta dei colori delle infinite mescolanze delle terre profonde e bruciate con le sabbie ocra della superficie, le nevi candide, le rocce nere ed il blu dei laghi d’alta quota, come occhi della terra. Genti che nei secoli hanno occupato radi villaggi e monasteri di terra cotta, arroccati su colli e bastioni di roccia.

Nel 2019 a qualche chilometro dall’Everest i cinesi contano (e non c’è da dubitare) di “concludere” la realizzazione nella municipalità di Gangskar, attorno ai 4200 metri, di un Centro Internazionale per il turismo e l’alpinismo, che conterebbe un’agenzia di viaggi, una base di elisoccorso, così più nessuno si lamenta che i cinesi non usano gli elicotteri, servizi medici, ma anche tanta e varia ospitalità turistica.

Qualche tempo fa abbiamo informato di un allarme internazionale scattato dopo l’annuncio che i cinesi stavano imbottigliando i ghiacciai. Sembra folle e stupido, ma era vero: stavano imbottigliando il ghiaccio puro, quello appena sotto uno strato di poche decine di centimetri dalla superficie, dove sono concentrate le immense quantità di porcherie volatili velenose, che negli ultimi anni gli amici cinesi hanno sparso nell’atmosfera per spingere il loro sviluppo.  Dalla purezza del ghiaccio si ricava acqua buona, da vendere al popolo più numeroso della terra e che ha il più elevato trend di consumo di acqua in bottiglia.

Da anni a Rombuk, a 5000 metri di quota, dove c’è, una volta isolato, uno dei monasteri più sacri del buddhismo tibetano, è sorto un accampamento/alloggiamento in perenne espansione.

Se il “benedetto” turismo cinese, composto da migliaia, decine, centinaia di migliaia sempre più disponibili a spendere, sta diffondendosi da Chamonix a Cortina, tanto per stare in montagna, anche il turismo interno è diventato per i cinesi un interesse strategico e l’Everest è un luogo magico, simbolico. Ai cinesi i simboli piacciono, sono il segno della supremazia e non esiste proprio che trascurino il punto più alto della terra.

Sempre su questo sito abbiamo anche annunciato la ferrovia trans-himalayana: da nord a sud, sotto la catena himalayana, altro che TAV. Quando lessi il titolo della notizia la prima volta mi sono immediatamente immaginato il treno che passa sotto l’Everest con la stazione nel bel mezzo, l’ascensore che ti porta fino al colle più alto della terra, Colle sud, a 8000 metri, dentro una cupola di cristallo pressurizzata, a guardare e toccare con gli occhi l’Everest e il Lothse.

Fantalpinismo? Boh. Intanto becchiamoci il megacentro.

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7 Commenti

  1. Leggere Agostino e’ sempre un piacere. La realta’ pero’
    porta a credere che non si tratta di „Fantalpinismo“.
    La Cina d’oggi dispone di capitali e mezzi per realizzare
    progetti fino a ieri impensabili. Gia’ da anni il Nepal
    pullula di turisti cinesi, figuriamoci quanti milioni di loro
    nel futuro vorranno approfittare ogni anno di infrastrutture
    nell’interno del ‘proprio’ territorio. Le somme investite
    renderanno. Noi purtroppo abbiamo poco da criticare,
    considerando le nostre montagne. Una ferrovia fino a
    Xigaze ed oltre e’ gia’ oggi una necessita’, magari anche
    commerciale ma un veloce collegamento col Nepal penso
    sia questione di strategia militare. Passando per Gyirong
    e Rasuwagadhi, gia’ stradabile anche oggi, seguirebbe un
    percorso molto piu’ facile e meno costoso da realizzare,
    anche se con una serie interminabile di costose gallerie.

  2. Caro sig. Da Polenza non capisco questo Vostro astio verso i cinesi, queste cose noi le abbiamo fatte decenni fa, la ferrovia dello Jungfrau (che oggi porta il “benedetto turismo cinese” a piu’ di 3.400 mt é stata inaugurata 114 anni fa (oggi circa 300.000 visitatori anno) e la funivia dell’ Aguille de Midi piu’ 3.700 metri piu’ ascensore ! aperta nel 1955 (con circa 800.000 visitatori anno) sono due tra i tanti esempi di massificazione delle nostre Alpi, dunque non penso che siamo in ottima postura per criticare chicchesia ( concordo pienamente con il sig. Lello ). Vede i Cinesi vogliono fare quello che noi abbiamo fatto molto prima ma mi creda non saranno cosi’ stupidi, come si vuol far credere, da ripetere i nostri errori. Vede sig. Agostino da quando i Cinesi hanno “ficcato” il loro denti nel Tibet, il 90% dei giovani tibetani é scolarizzato (quando la teocrazia feodale lamaista comandava, solo uno dei fratelli andava in monastero avendo diritto all’ educazione) oggi i tibetani hanno accesso alla sanita’ e la loro speranza di vita é quasi raddoppiata in 66 anni e anche se rimangono attaccati alla loro cultura e alle loro tradizioni (e ne hanno il sacrosanto diritto ci mancherebbe altro) non penso siano cosi’ malcontenti, come si vuol fare credere nei salotti della nostra intellighenzia, che tanto si dibatte per il Dalai Lama, ma non vede i problemi a un chilometro da casa loro. Le faccio poi notare che l’ Italia é il secondo consumatore di acqua in bottiglia (dati Censis: 9 miliardi di bottiglie da trasportare e smaltire ogni anno non creano inquinamento forse ?) al mondo dopo il Messico. Poi le porcherie che hanno sparso sui ghiacciai sono dovute anche al fatto di fabbricare cose che usiamo io e lei ( per esempio i computer o tavolette sulle quali scriviamo queste note ) perché fabbricarle da noi costerebbero molto di piu’ e dunque non potremmo permettercele ( mi sbaglio forse? ). Certo la Cina e gli altri paesi in via di sviluppo hanno ancora molti problemi da risolvere a tutti i livelli ma loro hanno ancora la possibilità di fermarsi e non superare i limiti, smettiamola noi occidentali di prenderci per esempi di virtu’ e smettiamola di dire agli altri cosa fare e cosa non fare perche’ la nostra coscienza non é poi cosi’ pulita e sopratutto perché i limiti li abbiamo superati da tanto tempo.
    PorgendoLe i miei piu’ sinceri saluti
    Baroldi Fabio

    1. Buonasera Sig.Baroldi, solo per dirle che condivido molte delle sue osservazioni e considerazioni. Le assicuro poi di non nutrire nessun astio nei confronti dei cinesi, tuttalpiù la dimensione planetaria della Cina mi provoca qualche ansia, nonostante il suo ottimismo nella capacità di governo e nella saggezza di quel popolo e dei suoi governanti.

  3. Io sono più preoccupato della potenza economica e del controllo che la Cina già ha su molte risorse e di quante cose siano in mano cinese anche fuori dai loro confini…poi mi preoccuperò eventualmente di quello che intendono fare a casa loro. E concordo con chi ha sostenuto che noi siamo gli ultimi a poter impartire lezioni.

  4. La civiltà cinese, come quella indiana, ha più di 5000 anni, molti più della nostra che al massimo può vantare, per come pensa la società, non più di 2000 anni.
    E poi loro sono più della somma di europei, russi e americani con annessi compresi: sono tanti!
    Noi dobbiamo unirci tutti per andare nello spazio, loro ci vanno da soli.
    Qui sulla terra non hanno problemi a muoversi, basta vedere cosa fanno in Africa.
    Loro da sempre spostano decine, centinaia, migliaia di cinesi qua e là e nessuno si accorge.
    E spostano di tutto, dal genio al mafioso al lavoratore: installano dovunque la loro società!
    E lo fanno senza fare le guerre costosissime che facciamo noi.
    Per me la loro civiltà è molto più evoluta, dovremmo imparare, anche se a me non piace più di tanto, penso sia troppo controllata.

    1. Sarà anche che la civiltà cinese ha 5000 anni, ma la “nostra” non ne ha 2000 (i Greci avevano la scrittura già 4700 anni fa).
      Ma sopratutto: la superiorità – oggi – della Cina rispetto all’Italia (o all’Europa in generale) risiede nella sua capacità di spostare migliaia di persone con facilità da un posto all’altro senza fare guerre?
      Tutto qui?

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