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Le api italiane potrebbero essere introdotte in HImalaya

Le api italiane sarebbero più grandi, produttive e soprattutto non molto aggressive. Qualità che hanno attirato il Ministero dell’Agricoltura indiano, che ha dato il compito ai ricercatori del Indian Council of Agricultural Research di valutare se gli insetti potessero sopravvivere ad altitudini maggiori, come quelle himalayane.

Da quanto emerge dallo studio pare proprio di sì: le api italiane sono capaci di vivere in quota e riescono a resistere a temperature più rigide rispetto a quelle dell’Italia. Ovviamente, necessitano però di maggiori attenzioni al di fuori del loro habitat originario: “Da aprile a novembre, quando la stagione dei fiori è finita, le api dipendono per il cibo proprio dal miele –  ha raccontato Johnson Stanlay, scienziato coinvolto nella ricerca, che ha aggiunto: – Le api italiane si riproducono più velocemente e sono più grandi e pertanto terminano il loro miele più velocemente. La loro dieta deve essere pertanto integrata con zucchero o nettari di fiori. Inoltre, essendo meno aggressive devono essere protette dai predatori, come le vespe, che entrano negli alveari ed uccidono le api per rubarne il miele o che le utilizzano come incubatore per le proprie uova”.

Lo scopo di questa ricerca è quello di introdurre nell’apicoltura locale indiana e nepalese delle zone himalayane delle colonie di api italiane, le quali generano mediamente dagli 8 ai 10 kg di miele, quattro volte in più rispetto alle indiane. Questo consentirebbe una maggiore produzione con effetti positivi sull’economia, dato che il miele di quelle zone è molto richiesto sui mercati di Cina, Giappone e Corea, non solo a fini alimentari, ma anche farmaceutici.

 

(Fonte: thetimesofindia.com)

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