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Scialpinismo: fallita la traversata del Brenta

immagineTRENTO — Si sono fermati nel primo tratto del sentiero Benigni i tre alpinisti impegnati nel tentativo di effettuare la traversata del Brenta settentreonale da nord a sud. Dopo che, nel primo giorno del tentavivo, avevano compiuto 21 chilometri di sciata dal rifugio Peller al rifugio Graffer, e 2.010 metri di dislivello in salita.

Il secondo giorno è stato però funesto. Trovatisi di fronte a dei lastroni di neve estremamente instabili, i tre hanno preso l’unanime decisione di desistere. Troppo pericolosa quella situazione. Le lamine degli sci avrebbero potuto provocare il distacco della massa nevosa, come troppo spesso accade a chi non sa o non vuole capire quando è ora di tornare indietro.

"Un vero peccato", è il commento dei tre alpinisti. "Il tempo era ottimo e l’ambiente delle Dolomiti di Brenta davvero unico. Il nostro tentativo va ora rimandato al prossimo anno ma non consideriamo questa una sconfitta. Per noi la montagna è vita e lavoro, inutile prendere rischi inutili". Parole che fanno onore, e che riportano l’ambiente delle imprese sportive ad un livello più terreno. Un livello nel quale uomini valorosi sanno prendere una decisione tanto amara quanto consapevole.

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