Tragedia sul K2, in discesa una pietra uccide Jing Guan
Neve buona oltre i 6500 metri di quota, molte scariche di pietre più in basso. Circa 40 alpinisti e alpiniste hanno toccato la vetta l’11 agosto, l’incidente mortale è avvenuto in discesa
Una quarantina di alpinisti sulla cima, due vittime. Potrebbero essere questi i numeri definitivi della stagione 2025 sul K2. Per tutto il mese di luglio, il maltempo portato dal monsone ha flagellato la seconda vetta della Terra, e molte valli del Pakistan, dell’India e del Nepal.
Poi, quando alcune spedizioni avevano già iniziato a lasciare il Baltoro, una lunga fila di guide (sherpa, e non solo) è tornata sullo Sperone Abruzzi, e ha via via proseguito verso la Spalla, il Collo di Bottiglia e la vetta. Nel mondo delle spedizioni commerciali la competizione è fortissima. Stavolta però tutti i team si sono inchinati davanti a Imagine Nepal e al suo leader Mingma G. Sherpa, che hanno battuto traccia e piazzato le corde fisse per parte della normale.
La comitiva di Imagine Nepal ha raggiunto la cima alle 15.32 pakistane dell’11 agosto 2025. Tutti e 15 gli alpinisti partiti dal campo-base ce l’hanno fatta, dopo 20 ore di salita continua dal campo 3.
Facevano parte del team nove guide (otto sherpa, uno dei quali di passaporto USA e un pakistano), cinque clienti cinesi e Maria Alexandra Danila, la prima rumena a raggiungere la cima. Mingma G ha compiuto la salita per la sesta volta, Dilixiati Ailikuti è diventato l’alpinista più giovane (16 anni) sul K2, Jangbu Sherpa e Sohail Sakhi hanno raggiunto la vetta senza utilizzare bombole di ossigeno e respiratori.
Due ore dopo Imagine Nepal, sono arrivati in cima Prakash e altri cinque sherpa dell’agenzia Alpinist Climber Expeditions. Due dei clienti, Kahshin Leow di Singapore e la slovacca Lenka Polackova (sul K2 con il marito Jan Polacek) non hanno usato l’ossigeno.
Hanno avuto successo anche le spedizioni della Elite Exped, con tre guide e due clienti sulla cima, e di Seven Summit Treks, che ha portato sul K2 cinque guide e altrettanti clienti. Due componenti del gruppo sono saliti senza ossigeno supplementare. La Mashabrum Expeditions ha fatto sapere che sulla vetta sono arrivati anche Siddhi Bahadur Tamang (settima volta sul K2!) e Chhiring Sherpa.
Mingma G. Sherpa, attraverso i social di Imagine Nepal, ha comunicato che oltre il campo 2 e il Camino Bill, sulla via normale del K2 la neve era “eccezionale”. A causa del maltempo e della pioggia caduta fin oltre i 6000 metri, però, gran parte dello Sperone Abruzzi è stata battuta da continue cadute di pietre, che hanno costretto molti degli aspiranti alla cima a rinunciare.
Una discesa da incubo sotto il Campo 2
A metà luglio, una frana sotto al campo 1 è costata la vita al portatore d’alta quota pakistano Iftikhar Hussain. Il 12 agosto, durante la discesa dalla vetta, un incidente analogo ha ucciso l’alpinista cinese, ma residente a San Josè in California, Jing Guan. La notizia è stata annunciata da un sito nepalese, e poi confermata dall’agenzia, che ha diffuso una foto della vittima al campo base insieme a Mingma G.
Nella giornata del 13 agosto, sulle mappe del K2, il lento spostamento dei tracker degli alpinisti e degli sherpa ha mostrato che la discesa era in corso. I primi a tornare sul ghiacciaio Godwin Austen sono stati il canadese Charles Page, cliente di Elite Exped, e la sua guida nepalese Vinayak Malla, originaria della valle di Kathmandu.
La situazione resta comunque drammatica. Lo testimonia il resoconto da poco diffuso via social dalla scalatrice turca Gülnur Tumbat, che ha parlato di continue scariche di pietre e ghiaccio che rendono pericolosissimo il rientro al campo base: “una discesa da incubo, non ho mai avuto così tanta paura in tutta la mia vita”, ha scritto. Per questa ragione non pochi alpinisti hanno preferito fermarsi e aspettare condizioni meno sfavorevoli. La Tumbat ha anche raccontato di come sia stato ferito da una pietra anche uno degli sherpa impegnati nel recupero del corpo di Jing Guan. La storia di questa stagione del K2 non è ancora finita.