Rifugi

Una nuova vita per il vecchio bivacco Fanton

Nel mese di settembre 2020 veniva posizionato a quota 2667 m a Forcella Marmarole, in Dolomiti, il nuovo bivacco Fanton. Una struttura innovativa, con un volume sbozzato e un profilo inclinato in grado di adattarsi all’orografia della Forcella, ben differente dal vecchio bivacco in sede dagli anni Sessanta, ormai giunto al pensionamento. Che fine ha fatto tale struttura? Sta tornando a nuova vita a Longarone.

Il 22 dicembre 2020 il bivacco, proprietà della sezione Cai di Auronzo, è stato infatti portato presso la sede dell’Enaip di Longarone per essere sottoposto a un restauro a cura degli studenti della scuola professionale. E, come si evince da un video di aggiornamento dei lavori, diffuso nei giorni scorsi sui social dal CAI Auronzo, il percorso di rinascita procede a passo spedito.

Il bivacco Fanton, una STROB che torna a vivere

“Quando abbiamo dato il via al progetto per la sostituzione del bivacco intitolato ai fratelli Fanton, uno dei punti sui quali avevamo ragionato era anche quello del futuro della vecchia struttura: l’idea era quella di non mandarla al macero ma, in qualche modo, di valorizzarla, perché rappresentava e rappresenta un pezzo importante della storia della nostra sezione e del nostro territorio – spiegava a dicembre scorso Stefano Muzzi, presidente della Sezione Cadorina di Auronzo del Cai – . Fondamentale, per dare seguito al nostro intendimento, è stata la Fondazione Dolomiti Unesco che ci ha messo a disposizione un finanziamento nell’ambito del progetto di riqualificazione paesaggista rinominato Strobs – strutture obsolete e paesaggi eccezionali. Valori e disvalori nel paesaggio delle Dolomiti e nella gestione del sito Unesco”. Da sempre con la Fondazione, e con la sua direttrice, Marcella Morandini, il rapporto di collaborazione è stato stretto e proficuo. Lo è stato anche in questo caso e siamo davvero grati. Siamo, inoltre, soddisfatti della collaborazione instaurata con l’Enaip di Longarone”.

“Abbiamo accolto volentieri la proposta della sezione Cai di Auronzo – il commento di rimando del responsabile della scuola, Gianluca Soppelsa – . Con questo progetto di recupero, che li vedrà impegnati per i prossimi mesi, i nostri studenti avranno la possibilità di compiere un percorso di formazione professionale collegato in maniera importante al nostro territorio. Già in passato, è da sottolineare, la nostra scuola aveva realizzato il restauro di due cabine della vecchia funivia di Auronzo – Monte Agudo, cabine che ora sono poste una all’inizio del paese e una ai piedi di Monte Agudo. Proprio qui, in località Taiarezze, potrebbe venire collocato il bivacco Fanton Restaurato. Per la storia del vecchio bivacco si apre un meritato nuovo capitolo. L’ipotesi che verrà sottoposta all’approvazione dell’amministrazione comunale di Auronzo è quella di posizionare la piccola struttura rimessa a nuovo, nell’area di Taiarezze , simbolico punto di partenza del sentiero che sale alla Forcella Marmarole e al nuovo Bivacco Fratelli Fanton. Non tutti potranno permettersi la lunga e faticosa salita alla nuova struttura. I meno fortunati potranno comunque consolarsi osservando all’interno del minuscolo e geniale Bivacco progettato a metà del secolo scorso dall’ingegner Apollonio, la documentazione e le immagini dell’ innovativa struttura, che ora è adagiata sul crinale della Forcella Marmarole e che dalla prossima estate sarà finalmente a disposizione degli escursionisti, degli scialpinisti e di tutti gli amanti della montagna”.

I lavori in corso

“La struttura, dopo sessant’anni ad alta quota, ha bisogno di essere completamente ricostruitaspiega Fabrizio Fontanella, docente dell’Enaip – . Con la classe Seconda meccanica, ventitre allievi, costruiremo un telaio metallico che salvaguardi la struttura originaria, per poi ricostruire anche gli interni, riproducendoli così come furono realizzati nel 1961. Il restauro del bivacco, inoltre, consentirà un’attività interdisciplinare: dalla messa a punto del computo metrico alla formulazione di un preventivo, dalla fatturazione alla stesura della storia del bivacco, un po’ tutte le materie saranno interessate”.

Partire dal passato

Prima di passare all’azione nell’opera di restauro, gli alunni hanno avuto il piacere di scoprire la storia del vecchio Fanton attraverso una lezione tenuta da Angelo Soravia, presidente delle Fondazione Berti, istituzione del Cai Veneto nata negli anni Cinquanta per gestire la installazione dei numerosi bivacchi fissi nelle Dolomiti, oggi impegnata nella divulgazione della storia pionieristica dell’alpinismo.

Ai ragazzi è stata così raccontata la storia di un bivacco considerato innovativo nel secondo dopoguerra. Leggero, modulare, facilmente trasportabile a spalla, dunque costituito da un interno in legno, una intercapedine isolante e esterno in alluminio. In realtà il bivacco Fanton fu alla fine trasportato in elicottero in alta quota nel 1961.

Soravia è arrivato infine ai tempi recenti, con il concorso di idee alla base della realizzazione dell’attuale bivacco, nato dalla collaborazione tra il Cai di Auronzo e la Fondazione Architettura Belluno Dolomiti e vinto dallo Studio Associato Demogo di Treviso.

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5 Commenti

  1. A me piacciono molto i bivacchi e vederli nuovi e innovativi mi fa molto piacere.
    Però mi domando sempre più spesso se ogni volta che coi bivacchi si procede alla creazione di uno nuovo o alla sostituzione di uno vecchio ci si ponga una domanda : è necessario ?
    Magari essendoci stati tanti cambiamenti, si dovrebbe cambiare anche coi bivacchi.
    Non so, mi faccio sempre domande, per avere dei dubbi e imparare.

  2. Certo che a livello estetico é veramente brutto.Magari disegnarli con forme un po’ piu consone all’ambiente montano? E’ praticamente un container.E’ gia’ orribile il bivacco/rifugio Gervasutti,ma questo é peggio..Mah!!

    1. Scherzando forse per assurdo, io permetterei di costruirli esclusivamente dentro la terra o la roccia, mai fuori in bella vista, basterebbe una pala eolica per trovarli….tanto la pala per scavare la neve ora è obbligatoria per sicurezza 🙂
      Un tempo si bivaccava nelle grotte o sotto i massi.

  3. DENTRO IL MACCHINARIO PER LA RISONANZA MAGNETICA NUCLEARE, MI SEMBRAVA DI ESSERE IN VECCHIO MINUSCOLO BIVACCO TAMBURELLATO DA GRANDINE …ESPERIENZA PRECEDENTE.
    A SAN MARTINO DI CASTROZZA IN PAESE C’E’IL VECCHIO BIVACCO DELLA PALA DI SANMARTINO..CON TUTTI I SEGNI DEL TEMPO..LASCIATI IN LOCO..IN QUOTA QUELLO NUOVO.
    Ricordo pure bivacco Reali al Marmor…lasciato con la porta aperta da sprovveduti (per non dire di peggio) e con pavimento e parte dei lettini in basso intrisi di acqua piovana entrata di sghimbescio portata dal vento e conseguente odore di muffa.. l’anno dopo..

  4. La forma e’questione di gusti e anche derivante da considerazioni razionali( gabbia di Faraday, coibentazione interna..colore vivace..cavi , impermeabilita’ ecc).Come forma non vedrei male una imbarcazione in disarmo spostata in quota ed adeguatamente stabilizzata..dato che le montagne son emerse dal mare…e adattata ai bisogni frugali e spartani ..onde evitare che ci si piazzino per settimane in usufrutto gratuito di pochi.
    Per farsi un’idea sul web immagini “Baricco lezione 21” purtroppo la nave a vela naufragata tra la neve nel prato ..e’stata tolta dopo il film…per questioni di sicurezza.Idea troppo geniale attirava troppi visitatori.

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