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Marco Siffredi, la stella cadente

A Milano Montagna Festival sarà possibile assistere alle 19.15 di oggi, 7 ottobre, alla proiezione del film “Marco, Etoile Filante”, regista Bertrand Delapierre, dedicato al pioniere dello snowboard himalayano Marco Siffredi, autore di innumerevoli prime discese tra le quali l’Everest e misteriosamente scomparso nel 2002 durante il tentativo di scendere nuovamente la cima più alta del mondo attraverso il canale Hornbein.

Marco Siffredi, nato nel 1979 a Chamonix, fin da giovanissimo si appassiona alla discesa delle montagne in snowboard. A soli diciassette anni, dopo aver sceso con la sua tavola molto di quanto il Monte Bianco mette a disposizione degli amanti dell’estremo, la prima sfida: la verticalità della Mallory all’Aiguille du Midi, una discesa di 1000 metri con passaggi di oltre 50 gradi.

 A 19 anni Marco aveva però già capito quale era il suo sogno: l’Himalaya. Per prepararsi alle altitudini che avrebbe dovuto affrontare, si sposta dalle vette di casa a quelle andine, scendendo nel 1998 il Tocilarajo in Perù (6.032 m) con Philippe Forte e René Robert, per poi scendere in snowboard.

A 20 anni, il 17 giugno 1999, compie la prima discesa in snowboard della parete Nant Blanc della Aiguille Verte del monte Bianco, con passaggi di oltre 55 gradi di pendenza. Nell’autunno dello stesso anno arriva finalmente l’Himalaya, dove scala il Dorje Lhakpa (6.988 m) in Nepal, facendo la prima discesa in snowboard. Dopo una parentesi nel giugno del 2000 in Bolivia, dove sale il Huayna Potosí (6.088 m), in autunno l’obiettivo è chiaro ed è il suo primo 8000: il Cho Oyu, la sesta montagna più alta della Terra.

Nel 2001 arriva l’Everest. Raggiunta la cima del tetto del mondo il 24 maggio 2001, assieme a due sherpa che gli portavano l’attrezzatura, inizia la discesa con lo snowboard lungo il Norton Couloir della parete nord, fino a 6.400 metri di quota, impiegando due ore. Fu la prima discesa con lo snowboard dell’Everest.

Durante lo stesso autunno, Siffredi scala lo Shisha Pangma, riuscendo però ad usare lo snowboard solo dalla quota di 7.000 metri a causa del forte vento.

Nell’agosto 2002 parte nuovamente per il Nepal con l’intenzione di compiere la prima discesa in snowboard dell’Everest lungo l’Hornbein Couloir, sul versante tibetano. Raggiunge la vetta nel pomeriggio del 9 settembre e, dopo un’ora di riposo, inizia la discesa, scomparendo poco dopo nel nulla. Il suo corpo non fu mai ritrovato.

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