Freesolo sulla normale del Campanile di Val Montanaia, salito in 20 minuti, poi salto BASE Jump dalla cima, pochi minuti e secondi. Marco Milanese, guida alpina, protagonista della performance dice a Planetmountain: “Salire slegato e scendere saltando rappresenta per me lo stile in assoluto più puro di alpinismo”. Poi ci regala una sua lunga riflessione in tema di vita e morte.
Parole evocatrici come “profonda connessione”, “armonia eterea”, “amore… bellezza… natura”, “morte… vita” “sogno” fanno intendere una grande sensibilità. Alla parola “rischio” si inceppa qualcosa. Marco Milanese rifila al mondo, al quale rivolge il suo pensiero, una mistificazione statistica. “Morti all’anno in Italia collegate all’alcool 40000, morti nel base jump 30 in tutto il mondo”. È vero. Ma se per assurdo i frequentatori del BASE Jump fossero due miliardi (un quarto della popolazione mondiale) anziché un paio di migliaia, ne morirebbero 30 milioni ogni anno e tutti entro i 30 anni. Forzare le statistiche è un esercizio delicato.
Seguono considerazioni e frasi sulla vita e la morte. Planetmountain e Marco Milanese ci perdoneranno se ne riportiamo alcune.
- Per giudicare la morte altrui bisognerebbe prima guardare alla propria vita.
- Siete o siamo veramente sicuri che stiamo vivendo una vita dove sentiamo di essere vivi?
- la vita è semplicemente una questione di qualità non di quantità
- Come viviamo le nostre vite è molto più importante di come moriamo
- Voglio vivere dando il massimo, voglio amare profondamente. Senza scorciatoie o ripensamenti.
- L’idea di morire senza aver vissuto come volevo mi attanaglia
- Se esiste qualcosa che avete sempre desiderato, fatela! Non pensateci neanche due volte perché a rimandare alla fine…. si muore.
- Si andiamo a cercarcela ma almeno ne siamo consapevoli e viviamo una vita con coscienza della morte. Vedendola cosi vicina sappiamo anche che non possiamo perdere neanche un giorno della nostra vita. Quanti invece muoiono lentamente ogni giorno?
- Altri invece hanno inseguito un sogno cosi profondo che alla fine si sono scottati, ma lo sapevano, e non hanno avuto rimpianti.
- Questi momenti sono riconosciti da tutti come momenti speciali della vita che capitano poche volte e che bisogna ricordare bene con un video.
- Siamo persone estremamente felici ma il nostro equilibrio è fragile perché siamo attaccati a delle pratiche sportive o a delle attività.
- Spesso riprendo quello che faccio, spesso voglio rivedere attimi magici. Molti pensano che “noi” riprendiamo le nostre “imprese”.
- Infine i miei pensieri vanno alle persone che mi vogliono bene, e probabilmente proprio loro mi hanno già salvato la vita, ogni momento speso con le persone che amo sono tutti giorni tolti all’esposizione al rischio. Se muoio sono morto e a me non importa più niente, le persone che lascio invece potrebbero essere addolorate a vita, ma sbagliano.
Sono pensieri e miti proposti da millenni dall’epica e dalla letteratura, che conducono ai temi dell’Eros e del Thanatos, la “pulsione di vita” e la “pulsione di morte” e che hanno ispirato le “gesta” di antichi e recenti generazioni di giovani combattenti, lottatori, santi e dannati, atleti o intellettuali alla ricerca, talvolta disperata, dell’essenza della vita.
Una pulsione che Marco Milanese ha cercato e trovato salendo e buttandosi dal Campanile di Val Montanaia. Oggi si può fare.
Ma quel che fa pensare non è quel che lui scrive, con una certa “eterea armonia” e dicendo poco di nuovo, ma l’elenco dei defunti sul sito “base fatality list”. Con rispetto, come per un cimitero vero, dategli un’occhiata. Poi ognuno faccia ciò che vuole.