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Venticinque anni fa veniva trovato Ötzi, il “primo” esploratore delle Alpi

Testo e foto di Gian Luca Gasca

DSC_0525Diciannove settembre 1991, venticinque anni fa. A quella data risale il ritrovamento di Ötzi. Due escursionisti, i compagni Erika ed Helmut Simon, stanno rientrando da un trekking lungo il sentiero per il rifugio Similaun in Val Senales, una zona sul confine italo-austriaco, quando notano qualcosa di strano a poche decine di metri da loro. Dal ghiaccio spunta qualcosa di marrone, in lontananza sembra quasi un mucchio di rifiuti ma, quando si avvicinano, ecco la rivelazione: c’è un cadavere. Scossi dal ritrovamento, i due coniugi hanno comunque il sangue freddo di scattare alcune foto per poi allertare, una volta a valle, le autorità competenti. Autorità che subito si mobilitano per il recupero della salma, che dapprima viene attribuita a un alpinista recentemente scomparso nella zona. Ed è proprio a causa di questa poca importanza storica iniziale che oggi il corpo è in parte danneggiato. Infatti, durante le frettolose operazioni di recupero, l’anca sinistra e i testicoli del cadavere vengono guastati.

Una volta eseguito il recupero e trasportato il corpo a Innsbruck, la prima cosa che si scopre e che la mummia, conservatasi grazie alle particolari condizioni secche e ventilate del momento della morte, che hanno permesso un rapido essiccamento del corpo, e poi protetta per oltre 5000 anni dalla copertura nevosa, non è l’alpinista scomparso. Si pensa allora possa essere un soldato della Grande Guerra, ma anche questa ipotesi viene presto smantellata dalla teoria, poi confermata con la datazione al radiocarbonio, che sia un uomo vissuto tra il 3300 e il 3100 a.C., oltre 5000 anni fa.

DSC_0526È in questo momento esatto che le autorità italiane si svegliano dal torpore iniziando a rivendicarne la proprietà. Sul luogo del ritrovamento vengono inviate squadre alla ricerca di altri reperti di altri “fratelli” dell’uomo venuto dai ghiacci, e nel frattempo si determina l’esatta posizione del sito di rinvenimento che, caso vuole, si trova in territorio italiano per 92 metri e 56 centimetri. Immediatamente viene ordinato il trasbordo del cadavere, con tutti i reperti recuperati, in Italia, a Bolzano dove oggi riposa all’interno del Museo Archeologico dell’Alto Adige e dove tutti lo possono ammirare da un Oblò di 30 per 40 centimetri stupendosi per la vista del corpo mummificato del primo “esploratore delle Alpi”.

Un ritrovamento eccezionale che non ha finito di impressionare, che non ha smesso di scuotere i ricercatori e il pubblico in genere. Infatti in questo quarto di secolo si è scoperto che Ötzi, com’è simpaticamente stato soprannominato da un giornalista, è appartenuto probabilmente ad un’alta classe sociale, come è stato dimostrato dal rinvenimento della sua ascia in rame; si è poi scoperto che la sua morte è stata causata da una freccia che l’ha colpito alla spalla destra, probabilmente vittima di morte violenta; e poi che il suo ultimo pasto è stato a base di carne di Cervo, farro e verdure; e ancora che ha sofferto di artrite e che per curarla ha utilizzato dei tatuaggi. Tatuaggi fatti incidendo la pelle e ricoprendo le ferite con polvere di carbone vegetale per ottenere l’immagine, leggermente diversi da quelli attuali.

Quella dei tatuaggi (raffiguranti punti, linee e croci) è stata una scoperta unica perché da questi si è potuto supporre che avessero o un fine spirituale per la cura del dolore oppure, molto più sorprendentemente, che fossero punti di pressione per un’arcaica agopuntura. È stato infatti notato come le zone in cui sono presenti i tatuaggi coincidano ai punti di pressione dell’agopuntura cinese. Una scoperta che lascia immaginare con facilità quali dovessero essere le capacità dell’uomo già 5000 anni fa.

Oggi Ötzi, o Uomo di Similaun, se non Iceman o chiamatelo come volete, rivive la sua seconda e ben più famosa vita restituendo a noi una testimonianza incredibile di adattamento alle alte quote e di “colonizzazione” delle terre alte avvenuta ben prima di quanto si pensasse. Ma oggi è anche il suo secondo compleanno, fa un quarto di secolo e, se ne avete l’occasione, andate a fargli gli auguri di persona. Potreste rimanere meravigliati da lui, dalla sua storia, dal suo vestiario e dalle sue attrezzature concettualmente così moderne.

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Un commento

  1. Per la scienza una scoperta..oggetto di studio.Poi trasformata in fenomeno da baraccone per il gran pubblico pagante..Almeno si recuperano le spese diconservazione. ma ad Otzi, che era come noi seppure con look diverso, gli…girano anche se congelate.

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