CronacaTrail running

Edy finisher del 4K: “Un viaggio anche interiore sulla Alte Vie della Valle d’Aosta”

Testo e foto di Denis Falconieri – www.roadtocervino.it

COGNE, Aosta — Che sia in un senso o nell’altro, che si parta da Cogne o da Courmayeur, che si chiami 4K VdA o Tor des Géants, la sostanza non cambia: si tratta di fare una fatica fuori dal normale per percorrere i 350 chilometri con 25 mila metri di dislivello positivo che permettono di completare l’anello, congiungendo l’Alta Via numero 1 e la numero 2. Anzi, forse qualcosa cambia, perché a detta di molti concorrenti il 4K, la cui prima edizione si è conclusa, sabato 10 settembre, è molto più duro rispetto al Tor.

edy2Tra i concorrenti, Edy Franchi, impresario di Valpelline, che dopo due ritiri al Tor des Géants nel 2014 e 2015 a causa di gravi problemi ai piedi, ha portato a termine la gara, non senza fatica e sofferenza, ovviamente.

Fino a quando non ho tagliato il traguardo a Cogne, anche negli ultimi cento metri, avevo paura di non farcela – racconta Edy il giorno dopo il suo arrivo – temevo di fermarmi e non riuscire più ad andare avanti. Farcela è stata un’emozione indescrivibile, una gioia immensa: ad aspettarmi all’arrivo c’erano mio papà, mia mamma, le mie figlie e Daniela. Sembra strano da dire, ma non ho vissuto appieno quel momento: solo adesso, dopo qualche giorno, mi sto rendendo conto di aver realizzato un sogno che coltivavo da anni”.

Come capita a tutti durante una gara lunga, ci sono stati momenti in i cui Edy si è sentito più in forma, altri in cui ha dovuto soffrire: “In in particolare verso la fine è stato un vero e proprio calvario. Avevo male ai  piedi, le caviglie gonfie, un ginocchio che faceva i capricci. Insomma il mio corpo mi mandava segnali inequivocabili e mi chiedeva di fermarmi, ma la testa ha avuto la meglio. Ho continuato, rallentando, dosando le ultime energie, cercando di gestire i tratti in discesa che sono quelli che mi hanno dato più problemi e ce l’ho fatta”.

Edy con l’atleta giapponese Ken Maki, conosciuto sui sentieri del 4K
Edy con l’atleta giapponese Ken Maki, conosciuto sui sentieri del 4K

Camminando per 330 chilometri ho provato emozioni forti e contrastanti. Lungo i sentieri, ho incontrato tante persone, ma ho soprattutto ho avuto tempo di stare con me stesso e mi sono parlato tantissimo. Durante il giorno e la notte, mi è capitato di vedere delle cose che non erano reali, di scoppiare a piangere o di ritrovarmi ad avere mal di pancia dal risate senza un reale motivo. E’ una sensazione stranissima, probabilmente una reazione alla fatica e allo stress”. 

In gare come questa, capita di percorre delle tappe, o anche solo dei piccoli tratti, insieme ad altri concorrenti con i quali si condivide quest’esperienza unica: “Ho conosciuto molte persone con le quali è nato un rapporto molto forte sin da subito: in effetti, questo ultra trail è un viaggio non solo tra montagne stupende, ma anche un percorso interiore che ti fa sentire la necessità di condividere con altri quei momenti che rimarranno stampati in modo indelebile nei tuoi ricordi”. 

 

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