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Il Treno delle Dolomiti raddoppia, mentre i costi si scoprono triplicati

Del ripristino del Treno delle Dolomiti, il vecchio collegamento ferroviario dedicato al traffico passeggeri fra il Cadore e la Val Pusteria soppresso nel 1964, se ne parla già da mesi, tanto che lo scorso febbraio era stato firmato il protocollo di intesa tra Regione Veneto e Provincia autonoma di Bolzano.

È di qualche settimana fa invece la discussione circa una seconda linea ferroviaria dolomitica: un progetto rilanciato dai vertici SAD, società di trasporto pubblico altoatesina, per collegare Bolzano a Cortina d’Ampezzo. Proposta bene accolta sia dalla Provincia di Bolzano, che dal viceministro ai Trasporti Riccardo Nencini e che ha ricevuto l’approvazione anche da Messner, che intravede nella nuova opera uno strumento per superare il problema del traffico locale, questione su cui si sta prlando molto nelle ultime settimane, soprattutto in relazione ai passi.

Se il progetto è ancora in fase embrionale, quello che è certo sono i costi, certamente alti, che si andrebbero a sommare a quelli della rimessa in funzione dell’originario Treno delle Dolomiti. Ed è proprio su questi che i toni si sono alzati nelle ultime ore grazie ad un’inchiesta del Corriere del Veneto. Si è infatti scoperto che per il ripristino dell’infrastruttura sono già stati fatti due studi di fattibilità, uno nel 1990 e l’altro del 2000, in cui sono stati spesi 400 mila euro. Tutto ciò è stato però semplicemente dimenticato in qualche cassetto. La domanda è quindi cosa possa servire un terzo piano di valutazione, che farebbe solo lievitare ulteriormente il conto. La risposta arriva dalla Regione, che risponde che i vecchi studi verranno utilizzati come base per quello nuovo e quindi quelle centinaia di migliaia di euro non verranno sprecate.

Una risposta che non ha mancato di sollevare polemiche: “L’idea di avviare un terzo studio di fattibilità per una linea ferroviaria da Calalzo a Dobbiaco via Cortina è una pagliacciata per politicanti di passaggio – ha attaccato sul Corriere del Veneto Bortolo Mainardi, architetto, già parlamentare socialista e assessore regionale, oggi componente della commissione Via del ministero dell’Ambiente e propositore dello studio di fattibilità del 1990 -. Mancano i presupposti trasportistici”. La strada migliore è, secondo Mainardi, abbandonare quindi il Treno delle Dolomiti e sostituirlo con una rete che colleghi il Veneto all’Austria, progetto comunque già al vaglio regionale.

E nel mentre si discute il se ed il come, i Mondiali di sci del 2021 si avvicinano, i costi lievitano e ed i Treni delle Dolomiti raddoppiano.

 

(photo courtesy touringclub.it)

 

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