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Montagna per chi?

Ho seguito le discussioni sulle chiodature a spit in parete e le polemiche per una nuova via ferrata in Valmalenco. Le due cose si possono secondo me collegare ad una interpretazione della pratica dello sport e del divertimento in montagna.

Penso che sia indispensabile per la sopravvivenza stessa del turismo in montagna offrire delle possibilità a più persone possibili, dai più ai meno adrenalinici, tutto però nel rispetto di alcune regole stabilite dalla locale comunità.

Secondo me ci vuole equilibrio, ma anche correttezza: se una zona o anche una parete è caratterizzata da uno stile di protezione delle vie di salita “pulito”, intendo senza utilizzo di “spit”, questo non deve essere violato da nuovi apritori o ripetitori; inoltre le eventuali nuove vie devono avere una logica e devono essere ben distinte da quelle esistenti (insopportabile lo scempio di vie che si incrociano a si sovrappongono in gran parte!).
Allo stesso tempo devono anche trovare spazio delle vie maggiormente attrezzate con una logica di maggior sicurezza (soste e prima protezione del tiro).

Si tratta di fare una progettazione degli spazi arrampicabili in modo da consentire una affluenza maggiore ciascuno nelle aree adeguate al proprio livello.

Esistono inoltre le pareti attrezzate per l’arrampicata sportiva, che devono essere attrezzate alla perfezione, da persone competenti e qualificate, con una manutenzione programmata come si addice ad un impianto sportivo vero e proprio. Poi ancora devono esserci anche le vie ferrate, perché no, magari su aree non molto conosciute o con obiettivo di raggiungere delle cime panoramiche (non esagererei con lo stile “francese” delle ferrate sportive su strapiombi atletici). Sono anche favorevole ad attrezzare delle discese per le mountain bike nelle zone degli impianti (con curve paraboliche e salti), come pure dei percorsi di running con punti acqua.

Insomma o la montagna si adegua con un’offerta che prevede diverse alternative “multisport”, sempre nel rispetto di un equilibrio ambientale corretto, o si deve rassegnare ad una progressiva marginalità turistica ed economica e sempre di più saranno quelli che andranno per mare a mostrare le chiappe più o meno chiare.

Montagna per tutti e non spazio esclusivo per alpinisti eccellenti!

Maggiori attenzioni anche alla formazione e alla prevenzione con brevi corsi di apprendimento in loco promossi dalle aziende di promozione turistica in collaborazione con i professionisti della montagna.

 

(photo courtesy Antonio Scarpi)

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