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K2, così non è più andare in montagna

Sono esterrefatto. Quello che è successo sul K2 mi ha lasciato veramente schifato ed io ero fra quelli che riconosceva anche un ruolo a questo tipo di approccio alla montagna, all’idea di lavoro di guida: in fondo quando un cliente ci chiede una salita si tratta normalmente di qualcosa per lui quasi impossibile.

Ma adesso mi appare tutto sotto una luce diversa. Così non è più andare in montagna, è più simile all’andare a Las Vegas per giocare a soldi. Per non rischiare di scontentare qualche cliente si decide di mandare su tutti assieme!?! Ignorando la storia: su questa montagna quando troppi ci provano contemporaneamente quasi sempre qualche disastro succede. Per fortuna il K2 ha capito tutto e ha pensato bene di scaricare una valanga proprio al momento giusto rispedendo via tutti; avrà pensato: “così è troppo non devo lasciarli salire, do a tutti un avvertimento, ma la prossima volta sarò più cattivo!!!!”

Ma il disastro ambientale rimane!!! Due considerazioni:

1) Alcuni anni fa siamo andati a ripulire i campi sullo Sperone Abruzzi con non poche difficoltà, scavando nel ghiaccio con picconi per liberare i resti delle spedizioni rimasti congelati in strati sovrapposti sulla parete. In quella occasione abbiamo trovato nei pressi di campo 3 una bombola di ossigeno del 1954! Poi di bombole non ne abbiamo trovate più, ma adesso? Negli ultimi tre anni sulla montagna sono state trasportate almeno 400 bombole e quasi tutte sono rimaste lì: sono servite solo a due alpiniste nepalesi per arrivare in cima, tutte le altre sono state totalmente inutili.

2) Abbiamo litigato per 5 anni con i tour operator pakistani per l’applicazione di una tassa di ingresso nel parco e di una tassa per coprire le spese di pulizia ed adesso che è stata alla fine approvata è necessario passare anche all’introduzione di una tassa di qualche migliaio di dollari per ogni spedizione proporzionale al numero di bombole trasportate al base. Mi attiverò nuovamente per questo con il parco!

Bisogna trovare un equilibrio nuovo sulle alte montagne, sulle Seven Summit, sul Monte Bianco che deve garantire uno sviluppo per le economie locali, ma nello stesso tempo garantire un numero adeguato di persone contemporaneamente sulla montagna nel nome della sicurezza e del rispetto della stessa: aumentare i costi di accesso porta ad una montagna solo per ricchi avventurieri, il numero chiuso (ma realmente tale) forse potrebbe funzionare, ma è necessario coinvolgere e convincere le autorità locali facendo anche leva sui gravi effetti di eventuali incidenti sempre più numerosi a cui assistiamo senza tregua.

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