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Monte Bianco, furti di confini

Da anni, con l’incedere dell’estate, noi di Montagna.tv, e ancor più autorevolmente gli amici de La Stampa, dedichiamo qualche articolo alle pretese territoriali francesi lungo lo spartiacque del Monte Bianco.

E, ogni anno, qualche cugino (scemo?) rilancia una provocazione.

Nel 2015, in vista della riapertura della stagione estiva, il sindaco di Chamonix aveva fatto chiudere dalle Guide d’oltralpe le uscite sul ghiacciaio dal rifugio Torino. Poi, auspicabilmente, qualcuno gli deve aver spiegato che stava facendo una cosa un poco fuori tempo e, forse, anche fuori luogo e legge. Forse qualcuno gli deve aver ricordato che la difesa dei confini d’alta quota – nel caso trattasi di espansione degli stessi – era meno strategica della difesa da altre invasioni: quella terroristica, ad esempio. E di lì a qualche mese, le ferite inferte su quel fronte purtroppo si sono dimostrate profonde.

Del caso si dovrebbe occupare l’Europa che mette lingua anche sul diametro delle vongole, ma che, stavolta (sarà la quota e la relativa ipossia), si ritrae e lascia il problema alla negoziazione bilaterale che va avanti da decenni, senza che si arrivi mai a una decisione. Lo scorso anno, inoltre, il sindaco di Saint Gervais Le Bain ha denunciato la trasmissione Monte Bianco per “abuso di vetta”, vale a dire per aver portato abusivamente, secondo lui, gli elicotteri per le riprese televisive sul territorio. Dovevano trovarsi in tribunale e qualcuno, noi e pochi altri, sperava che questo “contenzioso” portasse al pronunciamento di un’autorità, foss’anche quella giudiziaria, ma tutto è finito nella neve polverosa e in qualche osteria di fondovalle, almeno per quel che sappiamo. Felici d’essere smentiti, ovviamente.

Ora il rifugio Torino ha riaperto in pompa magna, dopo il gran lavoro di ristrutturazione e l’apertura della spettacolare funivia Skyway, avvenuta lo scorso anno. I cugini francesi, che son furboni e vedono parte del business trasferirsi oltreconfine, ci riprovano anche quest’anno con il supporto di Google Maps; la rete, lo sappiamo, è ormai l’unica voce in capitolo e piazza il confine di Stato tra la sala da pranzo e il bar del rifugio.

Alla facciaccia, mi si perdoni l’irriverenza, del neo presidente del CAI Torti, del Comune di Courmayeur, della Fondazione omonima, dei cartografi dell’Istituto Geografico Militare e di quel buon uomo, rude e burbero, che risponde al nome di Augusto Rollandin, gran battagliatore che conobbi come senatore a Roma, da qualche anno presidente della Regione Valle D’Aosta.

Pure Renzi, che di gatte da pelare ne ha fin troppe tra l’Italia, il mondo e la sua Toscanaccia sempre più indisciplinata, rischia di dover organizzare una visita di stato anziché un fine settimana in famiglia, la prossima volta che va lassù a inaugurare o sciare.

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3 Commenti

  1. Mi spiegate su quale base legale l’Europa dovrebbe occuparsi di confini nazionali? Occupatevi di argomenti che conoscete, le vongole non sono tra questi.

    1. Chi non dovrebbe occuparsi di argomenti che non conosce è lei, sig. Giorgio. Le istituzioni europee si occupano anche di controversie tra stati facenti parte dell’Unione.

  2. Il Monte Bianco non è ne italiano ne francese: è arpitano. Nazionalisti italiani e francesi si azzuffano in modo ridicolo su una questione di confini mentre la montagna è di chi ci vive. Ne con l’Italia ne con la Francia. Arpitania à la ragi. Euna lengoua eun poplo.

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