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CAI duro: “Il rifugio Bolzano è nostro”

BOLZANO – “Sventola la bandiera sbagliata su quel rifugio”. Pare veramente poco confortante e fuori dal tempo che a Bolzano si facciano affermazioni di questo tipo nel 2016. Questo è perlomeno quello che pensa il CAI che alla polemica risponde affermando che il Rifugio Bolzano, situato a 2457 metri d’altezza nel cuore dello Sciliar, è stato oggetto di indennizzo, nel 1970, nell’ambito delle trattative per il “Pacchetto” di Autonomia dell’Alto Adige, ad una cifra all’epoca di tutto rispetto, 94 milioni di vecchie lire. Deve quindi considerarsi una proprietà acquisita a pieno titolo dal Cai. Il rifugio è gestito dal 1976 dalla famiglia Gasser, oggi ci sono Silvia e Harald, che hanno deciso di mettere subito le cose in chiaro mettendo nero su bianco e inviando una lettera proprio a Arno Kompatscher, presidente della Provincia.

I timori sono emersi dopo che sono apparsi articoli nelle ultime settimane sulla stampa di lingua tedesca in cui l’Alpenverein Südtirol, Avs, torna alla carica per rivendicare il rifugio Bolzano (Schlernhaus in tedesco); dalla Provincia erano inoltre arrivate voci che lasciavano intendere che dopo il risanamento dei rifugi passati di proprietà alla Provincia ci si sarebbe occupati anche del “Bolzano”.
Costruito dall’Alpenverein tedesco e austriaco, nel 1885, era stato espropriato durante il periodo fascista diventando proprietà del CAI di Bolzano, proprio per questo l’Avs era stato successivamente indennizzato.

C’è da dire anche che negli anni 70 e 80 il CAI cercò delle mediazioni ma purtroppo trovò l’assoluto rifiuto dell’Avs, che ancora oggi ne rivendica se non la proprietà la forte connotazione simbolica: ma la tentazione di venirne in possesso esclusivo pare proprio affliggere l’Avs. Peraltro anche da parte del CAI di Bolzano vi è un forte irrigidimento delle posizione tanto che nel 2013 l’assemblea dei soci ha votato una mozione affinché la proprietà rimanga pienamente in proprio possesso.

La questione pare tutt’altro che “definitivamente e modernamente superata”. D’altronde affermare che “la bandiera che sventola su quel rifugio è sbagliata” non ispira certo simpatia istituzionale.

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6 Commenti

  1. Frequento questo rifugio da tempo. Spero rimanga in mani sud tirolesi… perché’ posso GARANTIRE che e’ gestito alla grande, molto meglio di tanti altri rifugi gestiti dal CAI (a volte con prezzi assurdi) che come istituzione non mi piace… Dovrebbero, certi gestori, prendere esempio da quelli alto atesini e poi ne riparliamo… ho avuto spiacevoli avventure in tanti rifugi in lombardia e MAI in alto adige…

    1. Caro lettore, il rifugio Bolzano è propietà del CAI di Bolzano, che evidentemente lo cura con grande capacità visti anche i suoi apprezzamente, ed è affidato da tanti anni all’ottima gestione della famiglia Gasser.
      Che nelle Dolomiti bolzanine il turismo e la sua espressione professionale siano particolarmente evolute è una costatazione e un riconoscimento indubbio, da tempo. I successi, anche commerciali, lo certificano.

      1. Il rifugio credo sia sempre stato del CAI, ma la gestione e’ sud tirolese… la differenza e’ questa, e non e’ poco!

    2. purtroppo non si può generalizzare, ma devo constatare da lombardo che in sud tirol la gestione è avanti anni luce, specie in confronto con certi rifugi della val masino. Con l’alta valtellina invece se la giocano alla pari, in quanto ospitalità cortesi e qualità sono molto alte. Molti rifugisti lombardi avrebbero molto da imparare dai colleghi altoatesini.

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