Alpinismo

Aconcagua, vicina la fine del dramma

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BUENOS AIRES, Argentina — Sono sani e salvi Marina Attanasio e Mirco Affasio, due degli alpinisti protagonisti del dramma che si è consumato nei giorni scorsi sull’Aconcagua, 6962 metri, e che ha fatto due vittime: un’italiana, Elena Senin, e la guida argentina che accompagnava il gruppo. I due, giunti al campo base poche ore fa, hanno riabbracciato la compagna Antonella Targa, scampata alla bufera grazie ad un malore che l’ha costretta al dietrofront in salita, e ora sono diretti all’ospedale di Mendoza. Più lenta la discesa del terzo superstite, Matteo Refrigerato, che si era fermato al rifugio Indipendencia con i soccorritori per curare i seri congelamenti riportati sulla montagna. 

Stanno finalmente volgendo al termine le operazioni di recupero degli sfortunati italiani che hanno affrontato nei giorni scorsi le intemperie dell’Aconcagua, perdendo due compagni. Mentre due sono già in viaggio verso l’ospedale, Refrigerato – l’alpinista che si trova ancora sulla montagna – dovrebbe poterli raggiungere entro la giornata di domani. A quanto pare, l’alpinista avrebbe riportato dei seri congelamenti agli arti che necessitavano di cure immediate, ma, secondo le dichiarazioni di Antonio Ibaceta, uno dei responsabili dei soccorsi, non sarebbe in pericolo di vita.

I tre alpinisti superstiti della tragedia sono stati raggiunti ieri dai soccorritori argentini, dopo aver passato una terribile notte all’addiaccio con 20 gradi sottozero durante la quale è morta la guida argentina che li accompagnava. Il gruppo era rimasto bloccato sulla montagna il giorno prima, dopo l’incidente che ha provocato la morte di Elena Senin, durante la discesa, sul ghiacciaio dei Polacchi. A ufficializzare il nome dell’alpinista italiana deceduta è stato Pietro Tombaccini, console italiano nella città di Mendoza che sta seguendo l’operazione di salvataggio.
 
Secondo le prime ricostruzioni, il gruppo, dopo aver raggiunto la cima, è stato investito da una violenta bufera. Gli alpinisti avrebbero deciso di scendere lungo l’insidioso ghiacciaio dei polacchi invece che dalla via normale, dalla quale erano saliti, e dopo circa 300 metri di discesa sarebbe avvenuta la tragica caduta nella quale ha perso la vita la Senin. Poco dopo è scattato l’allarme, lanciato da Federico Campanini, la guida argentina di 31 anni, probabilmente anch’egli ferito nell’incidente, che poi è deceduto durante la notte che i 4 hanno dovuto passare all’addiaccio senza attrezzatura.

Il gruppo è stato raggiunto dai soccorsi soltanto oggi intorno alle 14. Secondo quanto riferito dai soccorritori, al momento del ritrovamento si trovavano a 6600 metri sul micidiale ghiacciaio dei Polacchi, versante nord-est della montagna. Le loro condizioni erano piuttosto precarie con "diversi gradi d’ipotermia, disidratazione e congelamento delle estremita". Gli alpinisti erano sprovvisti di tende e sacchi a pelo.

La discesa dei sopravvissuti è poi avvenuta con delle barelle, trasportate a staffetta dalla trentina di soccorritori impegnati nell’operazione.

Sara Sottocornola

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