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Clima, l’Antartide svela segreti sepolti da 740mila anni

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ROMA – In questi anni, la Terra avrebbe subito otto cicli climatici. La scoperta è frutto di uno straordinario “carotaggio”, una tecnica di prelievo di campioni dal sottosolo. Ben tre chilometri di ghiaccio sono stati estratti dalla calotta del Polo Sud, e hanno fornito una registrazione climatica senza precedenti.

L’opera è riuscita agli scienziati del Progetto europeo di perforazione in Antartide (Epica). I dati così ottenuti rappresentano un patrimonio preziosissimo per comprendere il clima passato e per formulare ipotesi sui cambiamenti futuri. La notizia è apparsa oggi sulla rivista scientifica Nature.
 
La carota è stata estratta a più riprese, tre metri alla volta. Il ghiaccio è poi stato analizzato dedicando particolare attenzione alle tracce di sale marino e di polvere continentale in esso contenute.
 
“Il primo dato scoperto è che negli ultimi 740mila anni la Terra ha subito otto cicli climatici ”, spiega Carlo Barbante, ricercatore dell’Idpa-Cnr e del Comitato Ev-K²-Cnr. “Analizzando chimicamente le caratteristiche del ghiaccio e dell’aria contenuti nella carota, inclusi i gas serra, è stato possibile comprendere come il clima fosse cambiato e quali conseguenze ambientali queste variazioni avessero provocato”.
 
La calotta antartica è infatti formata da innumerevoli strati di ghiaccio, che si sono accumulati uno sopra l’altro anno dopo anno. Ogni strato sarebbe composto da fiocchi di neve che, cadendo, avrebbero portato con sé le sostanze presenti nell’atmosfera di un determinato periodo. Alcune bolle d’aria stesse sarebbero rimaste intrappolate tra gli strati, vittime della trasformazione della neve in ghiaccio.
 
Dall’analisi del sale è emerso che, durante le epoche glaciali, le superfici di ghiaccio dei Poli sarebbero state molto più estese di ora e avrebbero perciò avrebbero contribuito a raffreddare la Terra. In che modo? Riflettendo la luce del sole in modo maggiore rispetto alle scure superfici oceaniche.
 
Un’altra scoperta riguarda il clima del continente sudamericano, che, durante le epoche glaciali, sarebbe stato più asciutto e ventoso. A svelarlo le grandi quantità di polvere trovate negli strati di ghiaccio relativi alle ere glaciali.
 
La ricerca, compiuta presso la base italo-francese Dome C, con il supporto logistico del Programma nazionale per le ricerche in Antartide (Pnra), ha visto collaborare ricercatori di dieci nazioni europee (Italia, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Olanda, Norvegia, Svezia, Svizzera e Gran Bretagna).
 
Per l’Italia ha partecipato l’Istituto per la dinamica dei processi ambientali (Idpa) del Cnr di Venezia, che si è occupato dell’analisi della polvere continentale. In particolare, l’Idpa-Cnr ha determinato, mediante sofisticate metodologie analitiche, i flussi del ferro nel corso delle ere passate.
 
 
Sara Sottocornola

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