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L’Everest è davvero la montagna più alta del mondo?

L’Everest con i suoi 8848 metri è considerato da oramai due secoli come la montagna più alta del mondo, malgrado questo è arrivata qualche giorno fa la notizia che in realtà potrebbe non essere così.

Giorgio Poretti
Giorgio Poretti

Era il febbraio dello scorso anno quando i ricercatori dell’Istituto Francese di Ricerca per lo Sviluppo hanno installato un sistema GPS sulla vetta del vulcano Chimborazo, nelle Ande. Il risultato è stato che il vulcano andino con i suoi 6.268 metri sul livello del mare toglieva all’Everest il primato di montagna più alta del mondo: la vetta del Chimborazo, situato in Ecuador, è infatti più lontana dal centro della Terra della vetta dell’Everest e per questo è il punto della Terra più vicino al Sole e quindi, in un certo senso, il punto più alto.

Abbiamo chiesto qualche spiegazione a Giorgio Poretti, noto fisico e geologo dell’Università di Trieste, che ha condotto in passato, in collaborazione con EvK2Cnr, le rimisurazioni delle due vette più alte del mondo.

Tutto dipende dal sistema di riferimento e dall’origine (lo zero) scelti per le misure. Da oltre un secolo tutti gli enti topografici, nazionali ed internazionali hanno scelto come quota zero una superficie equipotenziale e cioè tale che spostandosi da un punto all’altro non si spenda energia. Per questo motivo l’acqua degli oceani si dispone su questa superficie che viene solo temporaneamente perturbata dalle maree, dalla rotazione terrestre o da occasionali eventi atmosferici. È quindi necessario calcolare il livello medio del mare in determinati punti che servono da riferimento per le quote di una certa zona e di solito variano da paese a paese.

Il problema reale sorge quando vogliamo misurare le quote in punti lontani dal mare come l’Everest che dista 750 km dal golfo del Bengala e 3200 km dal Mar Giallo. In questo caso bisogna determinare la quota che si avrebbe sotto la cima se l’acqua del mare potesse scorrere liberamente sotto i continenti. Tutti i punti a quota zero formano una superficie detta il Geoide che dipende dalla gravità misurata nel punto e che a sua volta dipende dalla densità delle rocce della crosta terrestre in quella zona. Questa superficie viene portata dai mareografi alla base delle montagne mediante linee di livellazione.

Ogni paese ha un punto di riferimento per le sue quote. L’Italia ha il mareografo di Genova, l’Austria il mareografo di Trieste. L’Istituto Geografico Militare ha trasferito le quote dell’Italia in una rete di punti lungo tutte le principali strade del Paese.

Quando abbiamo misurato il Cervino ci siamo trovati con uno scarto di 20 cm tra la misura da parte Italiana e quella dalla parte Svizzera. Dopo un primo momento di panico è venuto fuori che le misure italiane sono riferite al mareografo di Genova mentre quelle svizzere si riferiscono alla media tra Genova e Bordeaux dove il livello è più alto a causa della rotazione terrestre.

Una volta le quote venivano anche trasferite mediante misure barometriche che però implicano l’uso di strumenti molto ingombranti. Ai nostri giorni le coordinate dei punti vengono misurate con riferimenti satellitari GNSS sull’ellissoide di rotazione WGS84 ma le quote dipendono sempre dai valori presi con riferimento al Geoide.

Per quanto riguarda l’Everest e il Chimborazo, l’inganno sta nel fatto che noi misuriamo l’altezza delle montagne sul livello medio del mare (s. l. m.) e cioè sul Geoide. L’origine del sistema di misura deve essere quello fisicamente più appropriato e cioè una superficie tale che se mi cade una pallina per terra rimane ferma e non corre via (In fisica si dice superficie equipotenziale). Se misuriamo l’altezza delle montagne rispetto al centro della terra, tante montagne in zona equatoriale sarebbero più alte di quelle in zona tropicale

Quindi è l’Everest il tetto del mondo? dipende tutto dal sistema di riferimento che si sceglie di adottare. Possiamo però dire che, in base a quello adottato dalla comunità internazionale, l’Everest è la montagna più alta.

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