Cronaca

Valanghe e incidenti: 8 morti

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Updated TORINO — Ponte dell’Immacolata funestato dagli incidenti in montagna. Nonostante gli appelli alla prudenza e gli allerta valanghe diffusi la settimana scorsa dalle autorità, questi tre giorni di neve e sole si sono rivelati una trappola mortale per ben 8 persone. Oltre ai morti per valanga tra le Alpi francesi e torinesi e per incidenti tra le Dolomiti e la Toscana, quest’oggi si registrano altre due vittime: una scout di 26 anni precipitata sulle montagne comasche e un uomo scivolato sul ghiaccio e finito in un burrone delle Alpi Apuane.

La ragazza morta nel comasco era una giovane milanese di 26 anni che stava guidando un gruppo di scout adolescenti in un’escursione in Val d’Intelvi. Il gruppo si era spinto in un impervio sentiero a picco sul lago, vicino a Brienno, e ne ha poi perso la traccia. La giovane, secondo quanto ricostruito dalle autorità, aveva così deciso di andare avanti per perlustrare la zona, ma è scivolata sul ghiaccio ed è precipitata in un dirupo, battendo la testa e morendo sul colpo.
 
Mentre l’altro accompagnatore di 23 anni tentava – purtroppo inutilmente – di prestarle soccorso, i ragazzini hanno chiamato i soccorsi. In poco tempo è giunto sul posto l’elicottero del 118 che però non ha potuto far altro che riportare a valle la comitiva e il corpo senza vita della giovane. "Era una guida esperta – hanno commentato i responsabili della sua sezione scout -. Non ha fatto niente di rischioso: è stato un incidente drammaticamente banale, su un percorso conosciuto". Ma il soccorso alpino lombardo avverte: "bisogna fare attenzione  sui sentieri coperti da nevicate recenti, spesso possono riservare brutte sorprese anche agli escursionisti più esperti e capaci".
 
Sulle Alpi Apuane, ieri, un altro incidente mortale dopo quello dell’escursionista precipitato domenica in un pozzo carsico profondo quasi cento metri sulla Pania della Croce. Ieri, un altro escursionista è morto nella stessa zona: partito dal rifugio Nello Conti con due amici per salire al Monte Tambura, è scivolato durante la discesa, dopo che il gruppo aveva deciso di fare dietro front per colpa del ghiaccio che rendeva troppo pericoloso il sentiero. Il rovinoso volo di circa 150 metri lungo un costone di roccia gli è stato fatale.
 
Domenica, nella zona di Pinerolo, in Piemonte, una valanga è costata la vita a quattro persone. Il distacco è avvenuto nella Conca del Prà, in Val Pellice. I quattro scialpinisti sono stati investiti in pieno dalla slavina staccatasi dalla montagna a 2200 metri di quota tra i rifugi Jervis e Granero. I quattro hanno fatto un volo di 200 metri. A dare l’allarme è stato il gestore del rifugio Jervis. Sul posto è arrivato l’elicottero del soccorso alpino. Un corpo è stato recuperato grazie all’intervento dei cani, il secondo è stato trovato quasi in superficie. Il terzo morto è stato trovato ieri stamattina. Del quarto, purtroppo, ancora nessuna traccia: ma secondo le autorità, le speranze di ritrovarlo vivo sono ormai prossime allo zero.
 
Un incidente simile è accaduto sulle Alpi francesi. Uno sciatore italiano di 31 anni è morto sempre domenica investito da una valanga mentre stava sciando con un gruppo di sette persone nella valle dell’Ubaye, a 2.400 metri di altitudine. Inutile il tentativo di soccorerlo. Meteo France, già da venerdì aveva segnalato l’elevato pericolo valanghe nella zona.
 
Diversa, ma ugualmente tragica, la vicenda di un italiano di 56 anni che è rimasto incastrato in un buco nel ghiaccio, semisommerso dall’acqua, sotto le Tre Cime di Lavaredo. L’uomo stava tornando da una gita con le ciaspole sul versante ampezzano delle Tre Cime, quando si è staccato dal gruppo di amici toscani con cui si trovava dicendo loro che sarebbe rientrato da solo. Deviando dal sentiero, però, è finito vicino ad un torrente coperto da neve e ghiaccio friabile. E’ scivolato ed è rimasto incastrato in un buco fra neve e roccia sotto il quale scorreva l’acqua gelida del fiumiciattolo. Non è più riuscito a liberarsi ed è stato ritrovato nella notte, morto assiderato.

Immagine di repertorio, courtesy Aiut Alpin Dolomites 

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