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Simone Moro e Zanardi, modi diversi d’arrivare in alto

Simone Moro e Alex Zanardi: due modi diversi di arrivare in alto. Un’intervista a due voci propiziata dalle domande sempre incalzanti del vicedirettore della Gazzetta dello Sport Gianni Valentini.

Due voci che raccontano due avventure di vita diverse: la fermezza nel perseguire l’obbiettivo di Moro e la tenacia di Zanardi nel ricostruire una vita dentro il mondo della passione per lo sport e la vita stessa. Due testimonianza di spessore dal sapore diverso.

La prima ancora intrisa dell’adrenalina della vetta e del dolce della vittoria sul Nanga Parbat in inverno a 48 anni, misto al sapore un poco amaro della rivalsa, la seconda, quella di Zanardi, piena della voglia di fare di un “campione che scatena una ammirazione assoluta, soprattutto un uomo che si batte, non molla, sorride, non una volta che la metta giù dura, ha imparato a maneggiare la lentezza dopo aver colto ogni segreto della velocità”.

Due sportivi “maturi”, ma attivi, con percorsi di vita certo diversi e che recitano la loro parte con toni giustamente diversi, ma dando all’interpretazione delle proprie attività un’univocità che risiede nella passione e nell’amore per quel che fanno.

 

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