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Nepal, aggrediti cooperanti italiani

KATHMANDU, Nepal — Aggrediti a cento metri da casa, percossi con violenza e abbandonati sul ciglio della strada. Questo l’incubo vissuto nei giorni scorsi da due italiani, padre e figlio, nella valle di Kathmandu. Il più giovane dei due si trovava in Nepal per seguire i progetti di cooperazione del Cesvi, nota organizzazione umanitaria italiana.
L’aggressione è avvenuta intorno alle 22 di venerdì pomeriggio. I due uomini stavano rientrando a casa, nel quartiere Jamshikhel di Kathmandu, quando sono stati assaliti da un gruppo di criminali che li hanno percossi e poi abbandonati, feriti e sofferenti, sul ciglio
della strada.
Per fortuna, i soccorsi non hanno tardato ad arrivare. I due sono stati ricoverati all’ospedale di Patan dove sono stati medicati e curati. Il più grave era il padre, con una spalla slogata, il naso rotto e diverse ferite alla testa, ma per fortuna entrambi se la caveranno e nei prossimi giorni verranno rimpatriati in Italia.
Il giovane si trovava in Nepal per lavoro. Seguiva i progetti nepalesi dell’associazione italiana del Cesvi, che opera in diversi parti del mondo con iniziative umanitarie e di sviluppo sostenibile. Attualmente, è impegnato in Nepal con il progetto di partnership Hkkh, un’iniziativa di sviluppo sostenibile per i paesi dell’Himalaya portata avanti insieme ad altre organizzazioni internazionali come l’Iucn, l’Icimod e il Comitato EvK2Cnr.
Nel frattempo, in Nepal, è caccia agli aggressori, che le due vittime purtroppo non sono riuscite a riconoscere. Ed è preoccupazione per la paura che torna per le strade di Kathmandu, dopo la fine della monarchia e la presa di potere degli ex-guerriglieri maoisti che per anni hanno messo a ferro e fuoco il Paese.
Secondo fonti locali, negli ultimi mesi sarebbero aumentati saccheggi, rapimenti e aggressioni ad opera, prevalentemente, di piccole gang di giovani sbandati che si identificano in idee politiche estremiste, la cui formazione è favorita dall’aumento della disoccupazione.