AlpinismoAlta quota

Aconcagua da Record

Due bei record, ma soprattutto due belle storie, arrivano dall’Aconcagua, la vetta più alta delle Americhe.

La prima storia è quella di Kyle Maynard, che è arrivato in vetta senza usare o mani o piedi, che gli sono stati amputati quando era piccolo.

Photo courtesy playgroundmag.net
Photo courtesy playgroundmag.net

Il giovane è nato a Washington DC con una malformazione congenita, quasi 30 anni fa, che ha reso necessaria l’amputazione delle gambe appena sopra le ginocchia e delle braccia sopra i gomiti. Fin dall’inizio, i genitori di Kyle Petty lo hanno cresciuto come un bambino normale e lo hanno incoraggiato ad essere indipendente. Ben presto Kyle si è distinto come un atleta nella disciplina della lotta. Maynard, il cui libro No Excuses è stato un best-seller, ha scalato anche il Kilimanjaro ed ora l’Aconcagua.

Il 21 febbraio l’atleta ha raggiunto la vetta, sul suo Facebook ha scritto: “Erano le 16:15 di domenica 21 febbraio ed ero più esausto che mai, ma i miei amici ed io eravamo seduti sul tetto del Sud America. Grazie a tutti per l’amore e il sostegno che ci avete dato! Kyle è stato accompagnato nella sua missione da diversi scalatori esperti, fondatori della ONG K2 Adventure Foundation, che aiuta i bambini con disabilità a praticare l’alpinismo. Mayland è stato dotato di guanti-scarponi fabbricati appositamente, che gli hanno permesso di avanzare in modo sicuro a terra.

L’atleta ha incrociato il suo percorso con la brasiliana Fernanda Maciel, la seconda storia da record che vogliamo raccontarvi.

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Photo redbull.com

Fernanda ha infatti segnato il record femminile di ascesa e discesa del Aconcagua in un giorno, raggiungendo la quasi impossibile impresa di percorrere i 45 km dall’ingresso del Parco Provinciale dell’Aconcagua alla vetta (6,691m) e ritorno in 22h 52min per essere esatti.

Maciel è riuscita al suo terzo tentativo, sfidando neve, ghiaccio ed aria rarefatta. Gli effetti dell’altitudine e del freddo, racconta, si sono fatti particolarmente sentire durante la notte, ma Maciel ha trovato la forza per continuare.

“Mi sentivo come se fossi ubriaca”, ha detto Maciel. “Ho perso un sacco di energia a causa del freddo ed ho percorso un paio d’ore camminando a zig-zag, molto lentamente. Solo quando il sole è uscito sono tornata al mio passo e la brutta sensazione è terminata.”

“Cerco sempre di eseguire progetti di super-difficile, quasi impossibile per me! E questo è stato l’Aconcagua. L’esecuzione in alta quota senza ossigeno, con neve, ghiaccio e vento fino a 70 km orari è molto pericoloso. Quindi, mi sento appagata e felice per essere stata in grado di farlo, non siamo nati per fallire, siamo in grado di fare molto di più di quanto possiamo immaginare “.

Due storie straordinarie di cui l’Aconcagua è stata testimone.

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