Alpinismo

Disperso sopravvive mangiando insetti

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OLYMPIA, Usa — Millepiedi, formiche e perfino ragni velenosi. Solo cibandosi di questi insetti un giovane alpinista americano, ferito durante una brutta caduta, è riuscito a sopravvivere per cinque giorni in balia del freddo e della fame sulle pendici del Mount Adams, in Nord America. Alla fine è stato trovato dai cani del soccorso alpino, che per giorni hanno brancolato nel buio non sapendo dove cercarlo, visto che prima di partire non aveva comunicato a nessuno la meta della sua escursione.

Protagonista della singolare storia è Derek Mamoyac, 27 anni. Il giovane, lo scorso 12 ottobre, è partito per un’escursione sul Mount Adams, la seconda montagna più alta dello stato di Washington dopo il Mount Rainer, senza dir niente ai propri familiari. Ha scalato la cima del Piker’s Peak, 3.500 metri di quota, e poi ha iniziato la discesa.
 
Proprio allora il tempo è improvvisamente cambiato. Il cielo si è annuvolato ed è calata la nebbia. Mamoyac ha inavvertitamente messo il piede su una lastra ghiacciata ed è ruzzolato a valle, sbattendo più volte contro la parete. Nella caduta, si è fratturato la caviglia in più punti. Ma non si è perso d’animo. Ripresosi dallo shock, ha provato a proseguire la discesa prima camminando sulle ginocchia e poi trascinandosi sulla schiena. Ma non è riuscito ad andare molto lontano.
 
E’ riuscito però, incredibilmente, a sopravvivere per cinque giorni all’addiaccio, senza avere con sè alcuna provvista. Una volta a casa, ha raccontato di avercela fatta nutrendosi delle uniche proteine disponibili lassù: quelle offerte dagli insetti che abitano la montagna.
 
Mamoyac si è cibato di millepiedi, formiche e perfino di un ragno velenoso. Ha poi mangiato alcune bacche selvatiche e bevuto dell’acqua da un piccolo ruscello.
Mentre lui sopravviveva in qualche modo sulle pendici del Mount Adams, in valle era in corso una vera e propria caccia all’uomo da parte delle forze dell’ordine, allertate lunedì mattina dopo che il ragazzo non si era presentato al lavoro.
 
Conoscendo la sua passione per la montagna, la famiglia aveva indirizzato i soccorritori verso i sentieri che Derek frequentava di più. Qui un cane del soccorso, di nome Trulee, ha trovato la carta di una barretta mangiata dal ragazzo pochi giorni prima, probabilmente durante la salita, e ha iniziato a seguire le sue tracce.
 
Grazie al suo fiuto infallibile, il cane ha portato i soccorritori nella zona esatta dove si trovava il ragazzo. "Quando ho sentito Derek rispondere alle nostre grida – racconta Greg Varney, uno dei soccorritori – non credevo alle mie orecchie. Dopo così tanti giorni, le
speranze di ritrovarlo vivo erano davvero appese a un filo. Non so davvero come abbia potuto sopravvivere".
 
Il giovane Mamoyac era sofferente e disidratato. Oltre alla frattura della caviglia aveva alcuni congelamenti ed è stato necessario chiamare l’elicottero per trasferirlo immediatamente all’ospedale. Nel frattempo, i soccorritori lo hanno nutrito, dissetato e riscaldato.
 
Ora il ragazzo è stato operato alla caviglia e per alcune settimane dovrà curare i congelamenti. Ma finalmente ha potuto riabbracciare i familiari. "Derek ci ha detto che morire, per lui, non era contemplato – ha detto il padre alla stampa questa mattina -. Ha affrontato tutto come un semplice contrattempo. Ho sempre saputo che ce l’avrebbe fatta, anche se dovrebbe smettere di uscire senza dire dove va. Gli abbiamo detto più volte di non farlo, ma a lui non importa: ha già scalato altre montagne da solo, e anche stavolta l’ha fatto senza dire cos’aveva in mente di fare".
 
Sara Sottocornola

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